"Punto a giocare in una coppa europea"

Il sogno di Mirko Malagoli può diventare realtà: è in forza al Tre Penne (Serie A di San Marino) dove l’anno scorso ha militato l’ex Inter Maicon

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di Matteo Genovesi

Un gualtierese a San Marino. Sembra un titolo di un film e invece è la particolare storia di Mirko Malagoli, impegnato nella massima serie del campionato di calcio della Repubblica sammarinese con la formazione del Tre Penne. Ce la racconta proprio l’attaccante (da poco ventenne) di Gualtieri.

Allora Mirko, ma cosa ci fa lì? "Sono qui per motivi di studio, frequento il secondo anno dell’università di design. L’ho scelta dopo il diploma al liceo artistico ’Pascal’. In più volevo fare un’esperienza lontano da casa. Non mi sono mai pentito, la grafica è la mia strada, vedremo cosa succederà al termine della laurea triennale. Vivo nel castello (a San Marino i paesi si definiscono così, ndr) di Città di San Marino, nel centro storico, a 5 minuti di auto dalla sede della mia squadra: il Tre Penne".

I bianco-azzurri sono tra le formazioni più importanti di San Marino, come è avvenuto il contatto?

"Il caso ha voluto che il mio coinquilino giocasse in porta con loro. Mi ha fatto da tramite, sono piaciuto al mister Stefano Ceci, che da calciatore giocò nel Livorno con Max Allegri, e mi è stato consentito di allenarmi con la prima squadra".

Però la domenica tornava a giocare con il Guastalla…

"Sì, ho fatto il ’pendolare’ tutto l’anno, cercando di fare almeno l’allenamento del venerdì con i compagni, per poi tornare ogni lunedì a San Marino. Tutto troppo pesante, però. E allora ne ho parlato con il Tre Penne, che si è mostrato interessato a me. Da San Marino hanno trovato l’accordo di prestito con il Guastalla, dove hanno compreso la mia situazione e sono stati molto collaborativi".

Che livello ha trovato nel campionato sammarinese?

"Alto, lo paragonerei alla Serie D italiana, almeno per le squadre di alta classifica come la mia. Il salto per me è stato importante, visto che giocavo in Promozione. Cerco di imparare, sono tra i più giovani in rosa, mi impegno al massimo e spesso vengo chiamato in causa a match in corso. L’obiettivo è migliorare ed aumentare il minutaggio, io ce la metto tutta, faccio il meglio che posso. Il ruolo? Sono un attaccante esterno, gioco su entrambe le fasce, però preferisco la sinistra per rientrare sul mio piede naturale, il destro, e cercare la conclusione".

Il campionato come si svolge?

"Ci sono 15 squadre, con girone di andata e ritorno e un unico limite: in campo ci deve sempre essere almeno un giocatore originario di San Marino. Poi i play off. Chi vince la finale va ai preliminari di Champions League, la sconfitta e la vincitrice della Coppa Titano (equivalente della Coppa Italia, ndr) vanno ai preliminari di Conference League".

Questa estate il Tre Penne è stato eliminato dai bosniaci del Tuzla City…

"Purtroppo i preliminari ci sono stati a luglio, ancora non facevo parte della rosa e non ho potuto fare questa esperienza. Giocare in Europa sarebbe un sogno, ma sono fiducioso, siamo nelle prime posizioni in classifica, magari l’estate prossima…".

L’anno scorso fu ingaggiato il brasiliano Maicon, ex Inter e Roma, come rinforzo per le coppe europee.

"Capita spesso che vengano aggregati ex professionisti esclusivamente per quelle partite. Non ho avuto occasione di incontrarlo, invece per diversi mesi con noi c’è stato Vasco Regini, l’ex Samp, svincolato. Si è allenato per mantenere la forma, poi ha firmato con il Rimini".

Con l’affiliazione all’Uefa non mancano i mezzi economici alle squadre di San Marino.

"L’impressione è che rispetto a noi sappiano gestire i soldi meglio. Gli abitanti totali sono circa 34.000. Ci sono 5 ottimi campi di gioco che le squadre a rotazione utilizzano per allenamenti e partite. Sono tutti in sintetico, la palla è veloce e serve tanta tecnica. Ho faticato all’inizio, non ero abituato, non sono mancati i dolori di schiena. Prendiamo un rimborso spese, che per i migliori giocatori raggiunge quasi uno stipendio. Tutti comunque lavorano, io nei weekend di sera faccio il cameriere in un ristorante".

C’è una partita più calda delle altre?

"Le sfide con il La Fiorita sono le più sentite, perchè spesso sono quelle decisive per il titolo finale. Noi abbiamo un gruppo di ragazzi che ci segue come ultras. Nelle partite di cartello si raggiungono i 200 spettatori".

Famiglia calciofila la sua. Il fratello Diego è negli Juniores del Guastalla, papà Matteo ha un passato da difensore nei dilettanti, mamma Paola ha giocato nella Serie C femminile. Lei da chi ha preso?

"Spero da mia madre, mi dicono che fosse molto più brava di mio padre. Mi sarebbe piaciuto vederla giocare e poi aveva un ruolo offensivo come il mio".