"Stare fuori mi ha fatto crescere"

Lanini racconta la sua crisi: "La panchina col Cesena mi aveva fatto andare in down. Poi non ho sfruttato le occasioni"

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di Francesco Pioppi

Eric Lanini era partito fortissimo, segnando quattro gol nelle prime tre partite, poi dopo la debacle di Fiorenzuola si è infilato in un tunnel da cui sembrava non trovare via d’uscita. Domenica con la Torres è finalmente tornato ad essere decisivo, spaccando la partita come sa fare lui e servendo entrambi gli assist per i gol di Pellegrini e Montalto.

Lanini, sappiamo che per un attaccante è importantissimo fare gol però intanto sono arrivati due assist fondamentali: il peggio è alle spalle?

"Diciamo di sì, sono state settimane un po’ particolari, ma finalmente sono uscito dal campo gratificato per aver fatto qualcosa che rimane e mi dà uno stimolo importante".

Cos’è successo in questo periodo? Qualcosa di ‘extra-campo’?

"No no, assolutamente… Diciamo che era un po’ di tempo che non vivevo una situazione del genere, dopo la panchina col Cesena ammetto di aver accusato il colpo, sono proprio andato in down. Volevo avere un’occasione e quando il mister me la dava, non riuscivo ad avere la serenità di fare le cose che sapevo fare".

Come ne sta uscendo?

"Mi sono guardato dentro e mi sono detto che dovevo fare di tutto per cercare di riguadagnarmi un posto, a partire dagli allenamenti e cercando di migliorarmi sempre".

Ha avuto un confronto con Diana? L’impressione è che il vostro rapporto esca rafforzato dopo questo periodo no…

"Come ho già detto più volte, lui è uno dei motivi principali per cui ho scelto di tornare a Reggio e con lui faremo di tutto per arrivare all’obbiettivo importante. Il rapporto è sempre ottimo ma credo che questa volta abbia voluto farmi crescere sul serio, imponendosi per farmi capire che dovevo crescere in alcuni aspetti e così è stato: adesso ho qualcosa in più nel mio bagaglio".

Quanto le manca il gol?

"Tantissimo, ma baratterei sempre un mio gol con una vittoria di squadra. Certo come sapete sono molto competitivo, quindi vorrei essere primo sia a livello individuale (capocannoniere, ndr) che di squadra".

Il tridente potrebbe essere una strada percorribile in alcune partite?

"Spetta al mister, ma per come vedo il calcio in questa categoria, quando hai dei giocatori forti devi farli giocare. Con l’equilibrio giusto ovviamente…Siamo talmente competitivi che possiamo giocare un po’ come vogliamo. Per noi attaccanti essere in tre forse sarebbe l’ideale".

Come si sta da primi in classifica?

"Molto bene, ovviamente, ma credo che sia un campionato completamente diverso da quello passato quindi ci vuole grande equilibrio mentale. Potrà capitare di non esserlo più per una domenica, ma noi dovremo sempre avere in testa il nostro percorso".

Sabato arriva il Rimini che, anche se non avrà il capocannoniere Santini, è un comunque un brutto cliente che è riuscito a battere sia l’Entella che il Cesena.

"Assolutamente, sta facendo un signor campionato e chi viene da noi vive la partita in un modo diverso: lo stadio, la capolista, la visibilità… Avranno una voglia sfrenata e dovremo essere bravi a pareggiare quell’intensità, una volta fatto questo, la qualità verrà fuori".