Unahotels, il sogno vola via

I biancorossi sconfitti nella finale. Il Bahcesehir conquista la Fiba Cup

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Bahcesehir

90

Unahotels

74

BAHCESEHIR: Smith 17 (14, 57), Hall 2 (11), Baygül 6 (11, 02), Candan 7 (24, 11), Savas 5 (11); Jones 14 (13, 34), Black 12 (45), Dekker 12 (34), Solomon 4 (13, 01), Ylmaz 4 (23, 01), Ozmizrak 7 (14 da 3), Ozdemir. All. Ernak

UNAHOTELS: Cinciarini 8 (12, 25), Larson (02 da 3), Strautins 19 (15, 510), Johnson 9 (35, 14), Hopkins 9 (17, 15): Thompson 19 (36, 36), Baldi Rossi 8 (11, 22), Crawford 2 (11, 01). N.E. Colombo, Soliani. All. Caja

Arbitri: Castillo Larroca (Spagna), Lucis (Lettonia) e Liszka (Polonia)

NOTE - Parziali tempi 30-16, 43-37, 64-56. Tiri liberi: Bahcesehir 2231, Unahotels 1013. Usciti per 5 falli Baldi Rossi al 35’00 (76-64) e Hopkins al 36’42 (79-66). Falli antisportivi a Solomon al 9’59 (30-14) e Johnson al 16’04 (30-31). Fallo tecnico a Caja al 16’04 (30-31). Rimbalzi 35-30 per l’Unahotels. Spettatori 13.700

di Daniele Barilli

Due lampi, in una notte buia e tempestosa. Troppo poco per colorare di biancorosso il cielo sopra Istanbul. Troppo poco per alzare al cielo la Fiba Cup. Troppo poco per indossare i panni di Davide e abbattere Golia. Troppo poco, insomma, per salire sul tetto d’Europa.

L’Unahotels non ce l’ha fatta. Otto anni dopo l’incredibile trionfo di Bologna nell’Eurochallenge, la compagine reggiana non riesce a ripetersi e torna a casa a mani vuote. Ha vinto, meritatamente, il Bahcesehir perché è una squadra mostruosamente più forte di quella reggiana e, non a caso, ha vinto 17 partite su 18 in Fiba Cup. La differenza, nelle due partite, è emersa in modo netto. Ha perso, uscendo comunque a testa altissima, l’Unahotels perché ha meno talento, meno fisicità, meno qualità e una panchina estremamente più corta degli avversari.

C’era troppa differenza, insomma. Magari se la finale fosse stata in una partita singola, qualche chance in più l’Unahotels se la sarebbe potuta costruire.

Così, invece, l’elastico della partita si è allargato sempre più. E Reggio ha pagato tutte le sue lacune.

Ancora una volta, però, la squadra di Caja ha dimostrato di avere un grande cuore e di non morire mai. Perché dopo il primo lampo biancorosso (5-0 in partenza) nei primi istanti del match, il Bahcesehir ha provato ad asfaltare i reggiani inserendo marce altissime con Savas e Smith. I turchi, dal 14-11, hanno piazzato un break di 16-0 salendo fino al 30-11 e la partita a quel punto sembrava già morta e sepolta. E invece no. Perché l’Unahotels ha inventato il suo secondo lampo e ha risalito la china impetuosamente arrivando addirittura sul 30-31 grazie a un break di 20-0 con i padroni di casa che restavano per sei minuti senza trovare la via del canestra. E lì, vi diciamo la verità, per pochi secondi abbiamo toccato il sogno con le mani. Ci abbiamo creduto. Abbiamo sperato che la pressione e la tensione potessero schiacciare il Bahcesehir, cancellando la sua superiorità. Invece, esaurito il secondo lampo, l’Unahotels si è ritrovata con poche energie. I turchi hanno sofferto e faticato, ma sono riusciti a riprendere il pallino del match tra le mani, aprendo un varco, non troppo largo, ma sufficente per poter gestire la gara senza andare troppo in ansia. E così è venuto fuori tutto il talento della squadra di Istanbul e tutta la fisicità dei vari Black, Dekker e Jones. Reggio ci ha provato e ci ha creduto fino a 8 minuti dalla fine quando Strautins, uno dei più positivi insieme a Thompson, ha infilato nella retina turca il siluro del meno 7 (68-61), E’ stato l’ultimo segnale di vita dell’Unahotels che poi ha perso per falli Baldi Rossi ed Hopkins ed è andata, comprensibilmente, alla deriva dicendo addio ai sogni e alla Coppa.