Unahotels, in sei giorni ti giochi il futuro

Stasera sfida decisiva in Champions League con il Pinar, domenica match cruciale con Scafati e Caja: o si vince o la situazione precipiterà

di Daniele Barilli

Il tempo sta finendo. La pazienza si sta esaurendo. Le classifiche stanno piangendo. E le chiacchiere, ormai, stanno a zero. Non è più tempo, insomma, dei bla bla, delle promesse, dei sogni da realizzare. Non si può più far finta di niente, sperando che la prossima volta vada meglio, considerando che su 10 partite ufficiali tra campionato e coppa, l’Unahotels ne ha conquistate solo tre. Ora servono i fatti, servono le vittorie, serve una squadra vera. Capace di arrivare sul traguardo a braccia alzate in qualunque modo. Se non con la tecnica, almeno con il cuore. In caso contrario si rischia, pericolosamente, di scivolare dentro un tunnel dal quale diventerebbe estremamente complicato uscire fuori.

A distanza di sole 72 ore dalla partita da incubo vissuta con la Tezenis Verona, con fischi e contestazioni come raramente si erano viste in via Guasco, almeno nei toni di sabato, l’Unahotels torna sul parquet questa sera alle 20,30 nel primo snodo cruciale della stagione. I biancorossi affrontano i turchi del Pinar in una di quelle partite in cui ci si ritrova con le spalle al muro. Perché se l’Unahotels dovesse fallire anche stasera, la corsa verso la qualificazione al prossimo turno della Champions League, malgrado passeranno il turno tre squadre su quattro, diventerebbe estremamente complicata. Bisognerebbe, insomma, inventarsi un’impresa e, anche con l’impresa, il rischio sarebbe quello di doversi aspettare qualche favore dalle avversarie dirette. Non si può più fallire, insomma.

Così come non si potrà fallire neppure domenica a Scafati contro l’ultima in classifica che sarà guidata, ironia della sorte, proprio da quell’Attilio Caja che, nella scorsa stagione, aveva creato un orologio perfetto che ha portato l’Unahotels a risultati insperati.

Ecco, in questi sei giorni, si dipingerà il futuro biancorosso. Mai come ora Max Menetti e tutti i giocatori hanno il dovere di trovare una via d’uscita senza star lì a cercare alibi o a pensare alle assenze (Vitali sarà out anche stasera). Hanno il dovere di compiere un salto di qualità. Hanno il dovere di inventarsi qualsiasi soluzione per dimostrare che questa squadra ha un’anima e può arrivare, velocemente, a recuperare la propria identità. Hanno il dovere, infine, di vincere sia usando il fioretto, sia, ancor meglio, tirando fuori la sciabola. In caso contrario bisognerà, assolutamente, trovare soluzioni diverse.

Perché con questa proprietà, che sta facendo sacrifici e sforzi encomiabili, con il ritorno a Reggio e il palasport sempre pieno e con un progetto ambizioso appena iniziato, non si può correre il rischio di ritrovarsi in Serie A2 malgrado un mercato importante e decisamente più costoso di quello dello scorso anno.

Nessuno, in estate, avrebbe mai immaginato che a metà novembre ci si potesse ritrovare in questa situazione. Ora chi si è infilato in questa trappola, ha il dovere di trovare le soluzioni per uscirne. In caso contrario abbiamo più che la sensazione che la società percorrerà strade diverse. Perchè il tempo sta finendo, la pazienza si sta esaurendo e le chiacchiere, ora, stanno proprio a zero.