"Vado a giocare in Grecia Ma i soldi non c’entrano"

Varone ieri ha firmato per il Panetolikos e in una lettera ha spiegato il suo addio "Feci una promessa a mia madre prima che morisse: non posso dimenticarla"

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Ivan Varone non è più un giocatore della Reggiana. Ieri è volato in Grecia e ha firmato per il Panetolikos: giocherà in Serie A. Il club granata per il cartellino ha incassato una cifra che si aggira sui centomila euro.

Ieri il ’Puma’ ha salutato i tifosi con una lunga lettera sui social, ricordando i momenti salienti della sua avventura in granata.

Come la promozione in Serie B. "Non ero solo riuscito a far gioire una città intera - ha scritto Varone - avevo avuto anche la fortuna di condividere questo traguardo importante con persone fantastiche, che da compagni di squadra sono diventati amici... Come il professore Fausto Rossi. Una persona incredibile, sempre disponibile, con un cuore grande e puro. Ecco lui è uno di quelli che chiamo campioni, perchè prima di essere un campione in campo, è un campione nella vita". Poi Varone ha una dedica per Rozzio. "Mio caro amico Paolo, sei un gigante buono, sei stato un po’ la mia razionalità e senza di te mi sarei sentito perso. Se molti errori non li ho commessi è stato anche merito tuo. Poi ci sei tu, Libu... Penso che persone come te, siano rare al mondo. Spero di essere riuscito a trasmetterti qualcosa in questo tempo trascorso insieme e sappi che ci sarò sempre, per qualsiasi cosa". Varone ricorda un po’ tutti i compagni e poi passa alla retrocessione. "Tanti infortuni, tanti errori collettivi e singoli ci hanno portato a un periodo buio; poi ci siamo ripresi, ma poco dopo il sole ha smesso di nuovo di sorgere. Inutile stare qui a dare delle colpe; ognuno di noi da professionista si è assunto le proprie responsabilità. Personalmente, sono certo di aver dato tutto me stesso e nonostante non sia bastato, posso assicurarvi di aver onorato in ogni momento, la maglia". Infine, l’addio. "Non credo che fare della polemica possa servire a qualcosa, ma ci tenevo solo a dire che quando non si sanno le cose è facile puntare il dito. Più volte sono stato accusato di voler fuggire da Reggio, di aver fatto cose che non fanno parte della mia persona, solo per poter andarmene via...Non voglio scendere nei dettagli, ma non posso farmi una colpa se la mia vita è aggrappata ad un sogno. Quando persi mia madre avevo solo 19 anni e una delle nostre ultime conversazioni prima che andasse via, fu una promessa; quella promessa non posso dimenticarla". Poi il ’Puma’ ringrazia "tante persone speciali che mi hanno accompagnato in questa esperienza di vita". Tra queste balza agli occhi l’assenza di Doriano Tosi. C’è invece Max Alvini. "Il mister, nonostante avesse un carattere molto caldo proprio come me, è stato capace di rendermi non solo un calciatore migliore, ma anche un uomo. Il mio addio chissà, potrebbe contenere tracce di arrivederci. Ciao mia cara Reggiana, sono con te, anche da lontano".