Zio e nipote a tutto gas: che sfida in pista

I correggesi Francesco e Giacomo Mora domenica a Imola al via dell’ultima gara del campionato italiano velocità National Trophy 600

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di Damiano Reverberi

Zio e nipote insieme in pista nell’ultima gara del campionato italiano velocità National Trophy 600, in programma tra domani e domenica a Imola.

Che la passione per le due ruote sia spesso un affare di famiglia, si pensi ad esempio a Valentino Rossi e al padre Graziano, non lo si scopre certo oggi, e la storia dei correggesi Francesco e Giacomo Mora non fa eccezione, dal momento che saranno fianco a fianco sul circuito bolognese in cerca di un acuto. "Saremo compagni di squadra e, allo stesso tempo, rivali – spiega lo zio, Francesco, che è un classe 1996 e ha solo 6 anni più di Giacomo – per cui ci sarà sicuramente da divertirsi".

Giacomo, nato nel 2002, punta invece a ritrovare confidenza con la pista dopo un lungo stop per infortunio: un anno fa, infatti, cadde ad Assen nella tappa olandese del campionato continentale monomarca Yamaha e fu costretto ad un ricovero di oltre un mese prima di riprendersi. "Dopo la lunga pausa per l’infortunio non ho mai perso la speranza di tornare in pista e riprovarci – commenta ’Geck’ – sono reduce dal quarto posto di Cremona nel Moto Estate, risultato che mi fa ben sperare".

Francesco, ultimo di quattro fratelli tutti con la passione delle moto, tra cui Gabriele, padre per l’appunto di Giacomo, è alla prima esperienza del Campionato italiano velocità ma non disdegna correre dietro a un pallone: al suo attivo, qualche anno fa, un titolo provinciale Juniores conquistato in maglia San Prospero Correggio, mentre in estate è arrivato in finale del campionato Csi di calcio a 5 in maglia Virtus sia nella Coppa di calcio a 7. "Mi hanno messo su una moto elettrica da usare in casa che non camminavo nemmeno, mia madre dice che la colpa è tutta dei miei fratelli - scherza Francesco, che in famiglia tutti chiamano ’Chicco’ - D’altronde Gabriele le aggiustava ed è stato tutto molto naturale. La leggenda narra che una delle prime frasi di senso compiuto che ho detto sia stata: ’io piace moto’ o qualcosa del genere. A 7 anni sono stato per la prima volta a girare con le mini-moto, poi intorno ai 18 anni, dopo aver lavorato alla sera in pizzeria, mi sono potuto permettere una moto da cross che mi sono sistemato e insieme a Giacomo abbiamo iniziato a girare, per poi passare alla pista".

E Giacomo? Non se la cava solo con le staccate, ma anche con la musica (in questo caso è stata la mamma a farsi valere) visto che è il batterista degli Spark Dusk: "Non ho grande esperienza con la Yamaha 600 - dice ’Geck’ - ma le sensazioni dopo Cremona sono buone, nonostante un parco avversari davvero di alto livello, come il pluricampione italiano Superbike Ivan Goi".

Per spiegare il rapporto tra i due serve ancora lo zio Francesco: "Considero Geck un fratello, siamo cresciuti insieme. Forse all’inizio potevo essere io un modello per lui, adesso le cose si sono invertite, visto che lui è un talento vero e negli anni mi ha sempre dato delle ’paghe’ clamorose. Correre con lui al National Trophy 600 rappresenta un sogno che si realizza, anche perché permette a lui di tornare in pista ad alti livelli dopo l’infortunio dello scorso anno, l’obiettivo di entrambi è continuare a crescere".