"Amadei non molla. Si riparte per vincere"

Il direttore generale Cattani: "I tifosi stiano tranquilli, mai visto Romano lasciare la barca che affonda sia nel lavoro sia nel calcio"

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Vittorio Cattani, direttore generale della Reggiana, partiamo dalle bordate di Quintavalli o dal futuro?

"Dai tifosi...".

Ottimo. Cosa deve dirgli?

"Che Amadei non molla. Mai visto Romano lasciare la barca che affonda sia nel lavoro sia nel calcio".

Perché sente il dovere di tranquillizzare gli sportivi?

"Da quando è finita la partita con la Spal e fino a cinque minuti fa, ho ricevuto tantissime telefonate e messaggi in cui mi si chiede se Amadei resta al timone. Certo che sì".

Sicuro al cento per cento.

"Non posso prevedere il futuro di Romano da qui a dieci anni, ma posso dirvi che ieri sera (sabato, ndr) eravamo insieme e mi ha ribadito l’intenzione di andare avanti. Ma, ripeto, non avevo dubbi. Non ha mai lasciato le cose a metà".

Eravate insieme a progettare il futuro della Reggiana?

"A dire il vero era il mio compleanno (il numero 69, ndr)... E’ la prima volta che non festeggio, il dolore per la retrocessione è ancora troppo forte".

Quindi il patron di Immergas resta al comando: ovviamente per puntare di nuovo alla Serie B...

"Amadei è uno che non si accontenta di partecipare, ama vincere. Ma non è facile, lo sappiamo tutti. La Reggiana è rimasta in Serie C vent’anni... Ma vedrete che la società lavorerà per fare un campionato importante".

A proposito di chi resta: siamo partiti da Amadei, ma non le abbiamo chiesto se lei rimane.

"Ho quasi settant’anni e non ho più ambizioni particolari. Ma ho una grande passione ed è quella che mi ha fatto dire sì alla Reggiana. Quando capirò di non averla più sarò il primo a farmi da parte".

Tosi?

"Tagliamo la testa al toro: fosse per me confermerei tutti: dal primo all’ultimo dell’organico societario. Perché abbiamo commesso tanti errori, ma siamo stati anche molto sfortunati. Covid, infortuni, arbitri, dea bendata: non c’è una cosa che ha girato per il verso giusto. Fino all’ultima partita: se la palla sul cross di Zamparo non fosse finita sul palo ma in porta, forse oggi saremmo ancora in corsa per i playout".

La Reggiana non è retrocessa per la sconfitta con la Spal: viene da più lontano.

"Certo, siamo d’accordo. Era per ribadire che fino all’ultimo è andato tutto storto".

Diceva del prossimo campionato...

"Nella Reggiana non c’è un Berlusconi che si può permettere di spendere venticinque milioni di euro come ha fatto con il Monza, ma di sicuro i soci non si tireranno indietro. Sono persone molto serie. Ora bisogna compattarsi, programmare e ripartire con entusiasmo, badando bene di non ripetere gli errori che abbiamo commesso in questa stagione".

Lei è anche il responsabile del settore giovanile: come sta andando?

"Sono soddisfatto, abbiamo fatto tanti passi avanti, vedo la qualità crescere. Non è stato facile ripartire dopo il fallimento, tanti ragazzi avevano preferito andarsene, ma ora vediamo la luce".

La Primavera ha fatto un po’ fatica: solo quattro successi in campionato.

"Ribadisco il concetto: due anni fa il fallimento al quale si aggiunge il fatto che nei campionati dilettanti giovanili sono state inserite promozioni e retrocessioni e quindi diverse società reggiane di qualità, penso ad esempio a Reggio Calcio e Chiozza, hanno preferito tenere ancora un anno i loro giocatori migliori".

Ma c’è qualcuno dei baby che in Serie C potrebbe servire alla Reggiana?

"Secondo me sì. Tra quelli che ci sono e coloro che sono andati in prestito in Serie D, qualcuno potrebbe diventare utile. E’ chiaro che tutto dipende dal parere dell’allenatore...".

Abbiamo lasciato indietro Quintavalli. L’ex presidente (e attuale socio di minoranza) in un post su Facebook ha pestato duro riferendosi a chi governa la Reggiana (anche se non ha fatto nomi): ha scritto di ’finzione, arroganza e ipocrisia’ e di ’poco cuore granata’.

"Amadei mi ha insegnato che in certi momenti bisogna stare zitti e accettare, soprattutto se hai commesso degli errori, i pensieri degli altri. A Luca parlerò serenamente in privato. Credo che certe cose vadano dette a quattr’occhi. Sempre che le sue frasi fossero riferite anche a me...".

Ha dubbi?

"Sinceramente non lo so. Credo che fossero rivolte al presidente Salerno. Lo stesso Carmelo la pensa come me. Dico però che quando si perde si perde tutti".

Andrea Ligabue