"Attenti ai calci d’angolo, segno anche da lì"

Il bomber del Boretto Issam Ennamli è tra le rivelazioni dell’Eccellenza con i suoi 16 gol: "Sapevo di poter fare bene, non mi pongo limiti"

"Attenti ai calci d’angolo,  segno anche da lì"

"Attenti ai calci d’angolo, segno anche da lì"

di Giuseppe Marotta

Le speranze di salvezza del Boretto in Eccellenza (a 6 partite dal termine è quart’ultimo, con 32 punti, in zona playout) passano anche dal mancino di Issam Ennamli. Nato in Marocco il 21 dicembre del ’95, l’attaccante 27enne è alla prima stagione in Eccellenza, e ha già segnato 16 gol.

Issam Ennamli, si aspettava un simile impatto?

"Onestamente sì. Magari non proprio 16 gol, ma ero fiducioso perché in passato ho seguito l’Eccellenza ed ero sicuro di poter fare bene. In estate ho fatto il Torneo della Montagna col Roteglia, poi mi sono allenato al meglio".

Ha segnato la bellezza di due gol direttamente da calcio d’angolo. Lo chiamano "gol olimpico". Non si vede tutti i giorni…

"Vero, è un giocata che studio negli allenamenti. Se gli avversari sono posizionati male, ci provo".

Il gol più bello di quest’anno? "Con La Pieve Nonantola. Perdevamo 2-1 al minuto 88. Poi feci doppietta a ridosso del 90’, e vincemmo 3-2. Il secondo gol: una punizione dritta al sette".

Quindi i calci piazzati sono tutti suoi.

"No, anche Fanti e Calliku sono molto bravi, dipende dai momenti e dalle posizioni".

E i rigori?

"O io o Fanti, decide il mister, oppure dipende dal momento di stagione. E di solito chi se lo procura, lo calcia".

Facciamo un passo indietro: quando arriva in Italia?

"Nel 2006, con la mia famiglia. Sono nato in Marocco: amo il mio paese e quando posso ci torno. La mia città è Settat".

I suoi cari sono qui, quindi?

"Sì. Tra l’altro ho due sorelle e due nipotini".

Vengono alle partite?

"Sì, il piccolo adora il calcio, spesso lo porto al parco a giocare".

E la sua carriera dove inizia?

"In Marocco. Proprio nello stesso periodo in cui avevamo deciso di partire, un’accademia mi aveva selezionato: noi, però, dovevamo andare, e non la presi benissimo, ero piccolo".

Poi l’Italia.

"Subito non giocavo, volevo ambientarmi. Poi ho iniziato nelle giovanili della Povigliese, vivo a Poviglio, poi Cadelboschese, e ancora Poviglio dove ho fatto la Promozione. Poi il Reggiolo, e ora sono al quarto anno a Boretto".

Tornando al presente: come vive la lotta salvezza?

"È dura. Dobbiamo vivere domenica pero domenica, io sono il primo a crederci. Con impegno e cuore tutto è possibile. Farei di tutto per salvare il Boretto".

Un paio di curiosità: il suo idolo?

"Cristiano Ronaldo. A 38 anni ha ancora fame, è un esempio".

Che squadra tifa?

"Il Raja Casablanca".

Il Marocco ha fatto un grande Mondiale. Lo ha seguito?

"Sì, quando giocavo in contemporanea col Mondiale mi informavo in tutti i modi del risultato (ride, ndr)".

Altri 4 gol e arriva a quota 20… "Non mi pongo limiti. Ogni tanto ci scherzo coi dirigenti e coi compagni. Qualche scommessa c’è, ma vedremo alla fine…la cosa che conta è la squadra. Se mi dicessero ‘vincete, ma non segni’, accetterei subito".