"Aumenta il numero di bambine Da noi il telefonino resta spento"

Massimo Fulgoni e Fabio Marconi tre anni fa hanno creato una scuola per piloti che sta dando soddisfazioni "Ci piace pensare che la nostra possa essere anche una palestra per come comportarsi nella vita".

di Stefano Chiossi

Una academy per giovani appassionati di motocross può avere un duplice obiettivo: scovare il nuovo Antonio Cairoli (9 titoli mondiali) e garantire uno spazio dove poter praticare uno sport in forte calo di iscritti.

Per il 54enne Massimo Fulgoni, ex pilota di buon livello ("Purtroppo ho solo sfiorato la partecipazione al Mondiale") occorre soprattutto lavorare per tagliare il secondo traguardo.

"Vogliamo - attacca l’istruttore - abbattere due problemi: i costi ovviamente, tipico del motorsport in generale. E la nuova mentalità che si è creata tra i genitori, quella del terrore verso qualsiasi cosa facciano i figli. Esagero: li preferiscono in casa a giocare alla Playstation che fuori a impennare con la moto. L’unico modo è rassicurarli: ed ecco che entriamo in scena noi".

Voi chi?

"Io e Fabio Marconi, entrambi reggianissimi, rispettivamente centro città e Calerno. Abbiamo ideato questa scuola di motocross circa tre anni fa e ora è stato implementato anche il team Fulgoni con cui corriamo nei vari campionati a livelli agonistici, per garantire più possibilità ai nostri piloti".

Il suo primo ricordo del motocross qual è?

"Le fratture probabilmente! Ne avrò avute una decina, clavicola, spalle, polsi, caviglia… Tutte piccole per fortuna".

Non è stato un inizio incoraggiante.

"Quando si va in motocicletta capita. Ma la verità è che la prima cosa a cui pensa un pilota dopo un infortunio è tornare in sella. È la mentalità dello sportivo in generale".

Costi, passione o strutture: perché il motocross è meno appetibile tra i giovani oggi?

"Attualmente possiamo parlare di un problema regionale. In Lombardia ci sono gare con 40 piloti, in Emilia-Romagna arriviamo a malapena a 10. Le strutture assicuro non mancano. Ho parlato di costi e una mentalità dei genitori più conservativa: può sembrare una battuta ma le nuove generazioni sono molto diverse".

Fattispecie su cui avete adottato particolari correttivi.

"Nella nostra scuola ritiriamo i cellulari. Si riferisce a questo?". Bingo.

"Lo abbiamo fatto quasi subito. Ce ne siamo accorti in gara, quando invece che ascoltare il briefing sulla pista i giovani piloti erano impegnati a guardare il telefonino, e poi lo abbiamo implementato anche ad allenamento. Per quelle poche ore vogliamo che dimentichino il mondo finto del social pensando a divertirsi nella realtà".

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