Reggiana, tutti pazzi per i granata. "Vogliamo la B"

Alvini, idolo dei tifosi, si commuove. Il presidente Quintavalli, incontenibile, lancia il coro "chi non salta un bagolo è"

I festeggiamenti per la Reggiana dopo la vittoria col Novara (foto Artioli)

I festeggiamenti per la Reggiana dopo la vittoria col Novara (foto Artioli)

Reggio Emilia, 19 luglio 2020 - La squadra è seduta in cerchio sotto la Curva Sud, gli sguardi sono tutti magnetizzati su Massimiliano Alvini: l’allenatore parla come un grande saggio dei Nativi americani si rivolge alla sua tribù. Cristallizza il momento, lo fissa nella Storia, nel silenzio del Città del Tricolore, con la “tavola rotonda” che assume ancora più epicità. E’ una delle scene cult dopo la vittoria sul Novara (2-1), che fa volare la Reggiana in finale: mercoledì sera a Reggio i granata si giocheranno la Serie B (che a Reggio manca da ben 21 anni) con il Bari. Il portiere Giacomo Venturi e il centrocampista Ivan varone hanno poi postato questo momento su Instagram con la frase di Pierre de Coubertin "Lo sport va a cercare la paura per dominarla, la fatica per trionfarne, la difficoltà per vincerla". Citazione riportata dal mister? Una notte come quella di venerdì, in città, era attesa da troppo tempo. Soprattutto nel finale, quando il 90’ si avvicinava, è riemersa la preoccupazione che l’ennesima beffa, dopo le eliminazioni in semifinale con Avellino (2005), Pro Patria (2009), Pescara (2010), Bassano (2015) ed Alessandria (2017), fosse dietro l’angolo. E invece il muro semifinale è caduto, il tabù è infranto, e la gioia, soffocata in gola per lungo tempo, è straripata incontenbile. Già mentre la squadra rientrava negli spogliatoi, dal piano più alto della fortezza Giglio, con vista panoramica sul centro storico e sull’Appenino in lontananza, le strade pullulavano di luci di auto impegnate in un’orchestra a colpi di clacson, con gruppi di motorini agghindati con bandiere, in un remake moderno di una storica trasferta a Cremona degli anni ‘80. Dalla promozione in C1 del 2008 non si vedevano caroselli granata in città. Un’eternità, dodici anni... Come uno sciame di api verso il proprio alveare, la marea svoltava alla rotonda di via Duo e, dando libero sfogo al parcheggio selvaggio, correva verso il cancello sotto la tribuna autorità, dove, prima del match, Ernesto Melauri, lo storico tifoso “Melo”, con un grande bandierone con la lettera “B” ricamata, aveva arringato la folla chiamando uno per uno i giocatori fra gli olè degli altri tifosi. "Forza Regia dai, noi non ti lasceremo mai! Forza Regia dai, combatti e vinci insieme a noi!"cantano i fans intorno a un grande fumogeno come un rito tribale. Saranno un centinaio, e sono le 22,48. A mezzanotte, al rompete le righe, si arriverà intorno al migliaio. Il presidente Quintavalli non si contiene... Si affaccia dalla scalinata e urla "E andiamo!". Poi lancia uno sfottò verso i rivali del Parma: "Chi non salta insieme a noi cos’è, è un bagolo!". Bagoloni (in dialetto parmigiano è il millantatore racconta frottole) e teste quadre, l’eterna dicotomia dello sfottò verso il rivale per celebrare le proprie vittorie... Saltano i tifosi, salta il presidente, salta, al suo fianco, l’amministratore delegato Mauro Carretti, solitamente composto ma ex chitarrista rock ‘n roll. Poi arriva lui, l’uomo più atteso. Max Alvini, commosso, alza le braccia al cielo per ringraziare i tifosi, con il suo nome che risuona senza sosta ("Portaci a Parma, Max!"). Mai, dai tempi di Marchioro, si era visto tanto affetto per un trainer. "Ora gli faccio un regalo, vado a prendere tutta la squadra", annuncia il Mister, allontanandosi. Si chiede a gran voce anche il patron Romano Amadei, che però ha già abbandonato lo stadio dopo aver, durante la partita, coinvolto i soci nei suoi caratteristici hip-hip hurrà di incitamento.  Quando arriva la squadra, parte un coro per capitan Spanò, mister 186 presenze, che riceve la da parte dei compagni, con il centrocampista Varone capopopolo: i giocatori hanno tutti il cellulare in mano per filmare i tifosi e scattare selfie. "E’ passato il Bari!", urla qualcuno, controllando il risultato di Bari-Carrarese. E’ uno spettacolo di fumogeni, il cielo notturno si colora di granata. "Non ti lasceremo mai, saremo sempre accanto", canta l’eroe di serata Augustus Kargbo, mentre il neo direttore generale Vittorio Cattani abbraccia chiunque gli capiti a tiro. Osserva a distanza, discreto ma compiaciuto, il direttore sportivo Doriano Tosi. «Malpeli, dov’è il team manager? Michele, la squadra vuole andare a mangiare insieme!", gli dice Alvini, quando tutti si preparavano ad andare via. E così termina la serata, con la Reggiana che ha festeggiato al gran completo al ristorante Kida. Con la testa, al ritorno nelle proprie case, già rivolta alla finale col Bari per completare l’operazione Serie B.