Gli atleti del Valorugby spalano due giorni a Forlì "Devastazione totale"

Una decina di giocatori sono partiti con il pullmino della società "Quello che vediamo in televisione è il nulla rispetto al disastro che c’è. Ma abbiamo trovato persone vogliose di darsi da fare e tanto spirito positivo".

di Marco Ballabeni

"Non mi aspettavo di trovare una situazione del genere, una simile devastazione; quello che vediamo nelle immagini in televisione non è nulla rispetto a quello che incontri quando arrivi in quelle zone".

All’alba di un giorno di inizio settimana un bel gruppo di giocatori del Valorugby è partito in direzione Romagna, pale e stivali nel portabagagli del pullmino messo a disposizione dal club. "Abbiamo scelto Forlì - spiega Francesco Rossi, pilone pugliese dei ‘Diavoli’ reggiani - perché è la città del nostro compagno Filippo Gerosa; l’idea è partita proprio da lui, nonostante la sua casa si trovi per fortuna in una zona non raggiunta dall’alluvione".

Tra le città capoluogo, Forlì è stata una delle più colpite dalle esondazioni causate dalle piogge quasi ininterrotte delle scorse settimane; il fiume Montone, il ‘Crostolo’ di Forlì, è tracimato sommergendo d’acqua e fango una vasta area subito al di fuori del centro storico.

"Ci siamo diretti subito nella zona oltre il fiume perché sapevamo che era quella maggiormente in difficoltà - spiega ancora Rossi - Altri volontari da fuori provincia? Sì, c’era tanta gente, vicino a noi operava una squadra di vigili del fuoco del Trentino. Ma non c’è stato tempo di fare conoscenza, eravamo assorbiti dal lavoro. Mobili, album di ricordi, oggetti, scatole, casse, tutto sommerso da un mare di fango".

Come avete scelto la zona dove operare? Vi è stata assegnata? "Prima ci siamo diretti alla casa di una signora che conosce Gerry (Filippo Gerosa, ndr) e che aveva chiesto il nostro aiuto perché sapeva che eravamo in arrivo. Poi, su indicazione di un ragazzo, ci siamo dedicati ai seminterrati di una palazzina, lavorando nel buio e con il fango alla vita".

Francesco Rossi, Filippo Gerosa, l’ex mediano di mischia della nazionale Marcello Violi, Denis Majstorovic, il capitano Mirko Amenta, l’argentino Ulises Garziera, l’azzurrino Filippo Esposito, i giovani Luca Pagnani e Pietro Mazzei e il magazziniere Mauro Caselli sono rimasti a Forlì due giorni, divisi in due squadre, per dare una piccola, grande mano agli abitanti. "Gente affranta? No, ed è questo che ci ha colpito di più; c’erano persone tristi, certo, com’è giusto, ma tutti si sono subito rimboccati le maniche. Abbiamo trovato tanta voglia di darsi da fare, tanto spirito positivo, tanta resilienza".

In queste situazioni si pensa anche agli animali, magari intrappolati negli scantinati o in zone basse. "No, non abbiamo trovato animali in difficoltà - racconta Rossi - Lo scenario che mi ha più colpito è stato forse quello di un intero parcheggio di un supermercato colmo di macchine ricoperte di fango".

A pranzo, una puntata veloce al ristorante L’Amorosina, nel centro storico che è rimasto al riparo delle disastrose scorribande del fiume; tortellini al pomodoro e birra per recuperare un poco di forze. "Ci hanno offerto il pranzo entrambi i giorni e accolto a tavola nonostante fossimo pieni di fango - sottolinea Filippo Gerosa, il potente seconda linea romagnolo 31enne del Valorugby - In due giorni ci sono stati anche momenti di sconforto, a causa della difficoltà del lavoro ma soprattutto perché tante volte si aveva la sensazione di riportare in superficie, fuori dal fango, beni comunque irrimedialmente rovinati. Ma anche molti momenti positivi, soprattutto per la vicinanza delle persone. Qualcuno voleva addirittura pagarci; ovviamente, neanche da pensarci. In tanti, mentre lavoravamo, si fermavano per due parole o l’offertà di un caffè; abbiamo trovato tanto fango e tante difficoltà ma anche tanta riconoscenza".