Il ragazzo dell’Arbor conquista la Svezia Manzotti ha portato il Borlänge in Serie A2

"Ero qui per un anno di studio in Erasmus e mi allenavo in un campetto: in pochi giorni mi hanno ingaggiato ed è arrivata la promozione"

Il basket svedese parla reggiano. Dopo una stagione a dir poco travagliata, il giovane play, scuola Arbor, Marco Manzotti ha potuto esultare con la sua Borlänge, conquistando la promozione nella Serie A2 svedese. Innamorato di Scienze politiche, Marco è atterrato in Svezia per il progetto Erasmus per provare, sulla propria pelle, sistemi di welfare e tessuti produttivi economici diversi dal nostro e arricchire così il suo futuro curriculum professionale. Nel frattempo, ha insegnato agli svedesi cosa vuol dire avere nel DNA la palla a spicchi made in Reggio Emilia.

"Venivo da una serie sfortunata di eventi: ero negli States nella stagione interrotta per Covid, è saltato l’anno 2021, infine una sola partita in Promozione prima di un infortunio che mi ha tenuto fuori tutto l’anno. Quando sono arrivato in Svezia ho preso in mano la palla per allenarmi e fare nuove conoscenze. Durante i vari campetti, un ragazzo dello studentato mi ha suggerito di giocare per la squadra della città e, in men che non si dica, ho fatto il provino e mi hanno preso".

Come è stato l’inizio?

"Fin dal primo giorno, mi hanno fatto capire che il roster era pronto per centrare l’equivalente della nostra A2: il capitano, Daniel, è il sesto miglior giocatore del circuito 3vs3 della Svezia, poi diversi ragazzi con campionati di A1 ma che per motivi famigliari hanno dato meno spazio al basket, infine alcuni giovani di A2 che si erano portati a Borlänge per studio".

Dopo l’infortunio, con un roster così competitivo, sarà stato difficile trovare spazio.

"Mi è stato chiaro da subito che avevo poco tempo per tornare in forma, ma fortunatamente in questo roster mancava un play puro, uno che cerca i compagni e li mette in ritmo; questo mi ha permesso di inserirmi benissimo nelle logiche della squadra, ma durante il primo match, il ginocchio fa crac a seguito di un contatto di gioco. Sono quindi dovuto star fuori diverse partite ma fortunatamente la squadra macinava vittorie".

Quando è tornato a giocare? "A metà dicembre, dopo due mesi dall’infortunio, non riuscivo ancora a correre, ma ci tenevo troppo ad essere parte di questo gruppo. Il coach ha visto la mia motivazione e mi ha dato fiducia, io dovevo solo mettere in ritmo gli altri che correvano anche per me. Arriviamo quindi a fine gennaio sempre in testa imbattuti ma gli infortuni non ci lasciano stare".

Cosa è successo?

"Durante il mese di febbraio, benché imbattuti, perdiamo i pezzi per infortuni vari e arriviamo allo scontro diretto con Ockelbo, seconda e con una sola sconfitta patita contro di noi. Eravamo rimasti in tre del roster iniziale, per il resto convocavamo i ragazzi delle giovanili o chi veniva ad allenarsi una volta a settimana, si faceva con quello che si aveva a disposizione. Purtroppo perdiamo e andiamo sotto anche con la differenza canestri".

Una situazione difficile da svoltare.

"Esatto, ma noi non molliamo e le vinciamo tutte, mentre Ockelbo perde due match e vinciamo così il campionato, guadagnando l’accesso alla A2 svedese. Mi è stato chiesto di rimanere: purtroppo il mio Erasmus finisce a giugno, ma mi porterò per sempre dentro questa stagione".

Cesare Corbelli