"La Bardiani Csf? Non c’è team migliore"

Maestri: "Il rinnovo del contratto quando mi sono infortunato è un gesto che non dimenticherò mai". Il reggiano tornerà in gara a marzo

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di Angelo Costa

Presentata ufficialmente sul web, come impone l’era Covid, la Bardiani Csf Faizanè è pronta a mettersi all’opera: da domenica prossima correrà la Vuelta Tachira, in Venezuela, con sei atleti. Gli altri si divideranno in due ritiri al caldo di Benidorm, sulla Costa Bianca spagnola, uno dal 20 gennaio e l’altro da metà febbraio: ammesso che l’incertezza dei calendari non costringa a riaggiornare il programma.

Vittima della cancellazione di una corsa è anche Mirco Maestri, uno dei reggiani del team della famiglia Reverberi (l’altro, Daniel Savini, è nato qui e risiede da anni in Toscana): saltando il Tour San Juan in Argentina, l’atleta di Luzzara deve rinviare a marzo il ritorno alle gare. Dopo una stagione in cui prima ha corso poco per il lockdown, poi quasi nulla per via di un infortunio alla spalla dopo una caduta in allenamento alla vigilia della ripartenza: dire che ricominciare a correre sia il suo primo obiettivo è scontato.

Maestri, come sta?

"Sicuramente riposato, dopo un anno senza corse. Di esser pronto devo solo dimostrarlo".

Come si avvicina alla stagione?

"Con l’incognita legata alla mia forma dopo la lunga assenza dalle gare: dovrò fare un po’ di gamba e ritrovare ritmo".

Saltare una stagione concentrata in tre mesi potrebbe non esser stato un male…

"Quando mi sono fatto male ho pensato che, se proprio dovevo fermarmi, era meglio farlo in un anno particolare come l’ultimo. Affrontare un calendario così stretto non è stato facile per nessuno: che i giovani si siano adeguati meglio rispetto a campioni più anziani spiega abbastanza".

E’ alla sesta stagione con la Bardiani Csf: quanto l’ha maturata questa esperienza?

"Credo molto nell’ambiente-casa, anche nelle categorie giovanili ho cambiato poche squadre. Non c’è team migliore per dimostrare quanto vali, adesso c’è anche un legame di riconoscenza: mi hanno rinnovato il contratto quando mi sono fermato, un grande gesto che non dimenticherò mai".

Vedendo colleghi del suo valore, o anche inferiore, trasferirsi in squadroni internazionali, non ha fatto un pensierino al World Tour?

"E’ sempre difficile giudicare gli altri. Se non è successo, forse è perché non lo meritavo. Non ho procuratore, anche se quando si dimostra qualità e si va forte ti vengono a cercare lo stesso: se un agente sistemando un corridore forte piazzasse anche me nella stessa squadra, non so se mi sentirei gratificato. Magari un’occasione capita, anche se a trent’anni non sono più un giovincello, adesso però penso solo a far bene qui".

Torna a correre con una Bardiani Csf uscita rafforzata dal mercato: con che ambizioni?

"Lavorare più per la vittoria che per la visibilità, anche perché con i risultati la visibilità arriva di conseguenza. Con i nuovi innesti possiamo permettercelo, io ho le caratteristiche per aiutare Battaglin negli arrivi veloci".

Cambierà il suo modo di correre ‘garibaldino’?

"Intanto vediamo come parto, la reazione del mio fisico dopo lo stop. Poi mi atterrò ai compiti di squadra: se mi sentirò pronto, proverò a togliermi anche le mie soddisfazioni".