"Negli occhi di tutti c’era la voglia di vincere"

Andrea Ippolito e la prima vittoria della Conad nella trasferta di Brescia: "L’emozione di ritrovare i tre punti è stata grande, una ventata di aria fresca"

Migration

Quindici punti e tanta leadership. Non è un caso che, in alcune situazioni in cui Brescia ha provato a riavvicinarsi, le alzate di Riccardo Pinelli siano state indirizzate verso Andrea Ippolito: il capitano ha giocato una partita dalle percentuali altissime in ricezione, guarda caso proprio il tallone d’Achille della Conad negli ultimi turni, trovando poi ottime soluzioni in attacco. Il numero 13 biancorosso ha così potuto festeggiare la prima vittoria stagionale con i compagni.

Cosa significa per la squadra questa vittoria?

"Una vera e propria ventata d’aria fresca".

Già in altre occasioni, soprattutto con Cuneo, avevate dato prova di essere in forma, ma non senza concretizzare.

"E’ vero, la vittoria di Brescia è arrivata dopo una serie di prestazioni buone. L’emozione nel ritrovare i tre punti è stata grande: per noi giocatori e per il nostro ambiente, ma anche per i nostri sostenitori".

Ora che siete riusciti a sbloccarvi, quale obiettivo vi date?

"Dobbiamo puntare a fare sempre meglio e trarre energia da queste vittorie, soprattutto quando ci saranno momenti difficili. Dobbiamo puntare a un ulteriore salto di qualità, diventare una squadra competitiva e giocarcela con tutti".

In campo siete sembrati padroni della situazione.

"Abbiamo preparato la gara in modo minuzioso, Mastrangelo ci ha fatto lavorare molto in settimana, ad esempio aggiungendo un allenamento di sola tecnica per arrivare nel modo migliore una gara di vitale importanza per il nostro campionato".

La sensazione è che la squadra sia un tutt’uno col suo allenatore. E’ corretto?

"Avere un tecnico così preciso e preparato è sicuramente un forte incentivo per tutti nel lavorare duramente e seriamente nell’approccio alle partite. In settimana abbiamo parlato molto della pessima attitudine dimostrata al PalaBigi nella sfida persa con Cantù: ciò che mi rende più felice è aver visto, negli occhi di tutti, la voglia e il bisogno di vincere".

Lei, oltre che capitano, è una colonna portante della squadra. Come vive questo ruolo?

"A 35 anni sento una grande responsabilità verso i miei compagni. Siamo un gruppo affiatato e molto unito ed è proprio per questo che provo grande soddisfazione nel vedere che i più giovani, nel momento del bisogno, si rivolgono ai giocatori più esperti come Sesto, Bellei o il sottoscitto per consigli tecnici e non. Creare un gruppo stabile e solido è alla base di ogni squadra sportiva vincente e noi, sotto questo punto di vista, non siamo secondi a nessuno".

Damiano Reverberi