"Partita per gente con attributi"

Giovanni Pini, cresciuto nella ’cantera’ di Andrea Menozzi, domenica affronterà Reggio con la sua Verona "Chi perde è spacciato? Di sicuro è un match che vale quasi metà stagione per entrambe" .

"Partita per gente con attributi"

"Partita per gente con attributi"

di Gabriele Gallo

Quando si parla di lotta per la salvezza, lui sa come si fa. Solidità mentale, grande temperamento, grinta a mille e un po’ di buona tecnica, che non guasta. Il problema è che Giovanni Pini, cresciuto nella ’cantera’ di Andrea Menozzi, e poi validissimo gregario nella Grissin Bon dei trionfi, questa volta, nella rincorsa per restare in Serie A sarà avversario di Reggio. E aiuterà altri, nello specifico la Tezenis Verona, a guadagnarsi vittorie importanti. A differenza del contributo che diede nel 2011, da giovane emergente, per evitare che l’allora Trenkwalder non sprofondasse in B.

Approdato in Veneto a inizio febbraio, dopo mesi tribolati in A2 a Cantù, il 31enne lungo modenese sfiderà l’Unahotels dopodomani. In un match dal peso specifico enorme vista la situazione di classifica che vede i biancorossi ultimi e i veneti appena due punti sopra.

Pini, partiamo con una domanda semplice: chi perderà tra Reggio e Verona, tra 48 ore, avrà un piede in A2?

"Nessuno al momento è spacciato. Ma si fanno già i conti con le gare che restano e i punti disponibili quindi evidente che questa è una partita che per entrambe le squadre significa tantissimo. Dal punto di vista nervoso sarà un match dall’avvio contratto e molto intenso. Diciamo che vale quasi metà stagione per entrambe".

Chi avrà le maggiori pressioni sulle spalle?

"Tutte e due si giocano la stessa posta in palio e il medesimo obiettivo. Per necessità sia l’Unahotels sia la Tezenis dovranno dare tutto, sputare sangue dall’inizio alla fine sul parquet. Nessuno potrà uscire dal campo con dei rimpianti".

In canotta biancorossa, all’inizio della sua carriera, ha vissuto una situazione analoga. Quale fu all’epoca la chiave giusta con cui la Pallacanestro Reggiana riuscì a portare a casa quelle partite che era obbligatorio vincere?

"Ci ritrovammo in quella situazione in un’annata davvero turbolenta. In quelle situazioni si vede sul serio chi sono i giocatori con gli attributi, quelli che possono prendere la squadra in mano e indirizzarla nella giusta direzione. In questi contesti spiccano i giocatori che si compattano, che restano concentrati anche nei momenti più complessi. Un mix di componenti professionali e umane che, al tempo, fu tradotto in pratica dai veterani, che aiutarono noi giovani ad esprimerci e trascinarono il gruppo".

Veterani come Alessandro Frosini, che lei ha ritrovato a Verona come general manager. Nell’imminenza dello scontro diretto di dopodomani, avete ricordato anche quella stagione, visto il contesto simile?

"Con lui c’è sempre stato un ottimo rapporto, da quando è stato il mio capitano: professionale e di amicizia. E’ stato sicuramente il primo da cui ho imparato tanto e certamente ci capita di ricordare quanto avvenne in quei mesi. Non a caso l’esempio che lui diede nello spogliatoio, quell’anno, me lo porto sempre dietro. Quando ho l’opportunità di lavorare insieme a lui sono sempre molto contento". Dell’Unahotels di Dragan Sakota che idea si è fatto?

"E’ una squadra compatta, che affronta tutte le partite con personalità. Non a caso se l’è giocata sino all’ultimo con le prime forze del campionato e ha battuto Milano. E’ un team da temere e verrà a Verona col coltello tra i denti".

Prevarranno le chiavi tecniche o quelle emotive?

"L’aspetto emotivo, l’attitudine a questo tipo di gare, l’atteggiamento con cui si faranno le cose, sarà prevalente e decisivo. Dal punto di vista tattico conterà il lavoro difensivo e il controllo del ritmo del match. Di sicuro sarà un match molto duro e molto fisico".