Le prime quaranta candeline della Pallacanestro Reggiana

Festa grande nell’incantevole cornice del teatro Valli (FOTO)

(Foto Artioli)

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Reggio Emilia, 8 ottobre 2014 - Nell’incantevole cornice del teatro Valli la Pallacanestro Reggiana ha spento ieri sera le sue 40 candeline (GUARDA LE FOTO). Quarant’anni di storia, passione e vite sportive che si sono incontrate per celebrare i fasti di una società che è simbolo della nostra città. C’è un'immagine che probabilmente vale più di mille parole, l’incontro in piazza della Vittoria fra Gianluca Basile e Piero Montecchi, campioni con il dna biancorosso: «Cavolo Baso, ma sei diventato un uomo anche tu! Non sei più un bambino». «Tu sei anziano invece, prima ti ho salutato e non te ne sei accorto, che fai? Non riconosci più le persone?». I due scoppiano a ridere e si abbracciano, come fratelli che si ritrovano dopo tanto tempo. La festa comincia e il filmato amarcord strappa alla platea le prime lacrime. In rapida successione passa il sorriso di Chiarino Cimurri e poi l’inimitabile Mike Mitchell che con la sua voce baritonale dichiara il suo amore: «Reggio sarà sempre la mia casa».

A Lorenzo Dallari, Dan Peterson e alla bellissima Federica Fontana tocca il compito di riportare il sorriso. Compito agevole quando stai per cedere il microfono a Orazio Rustichelli, premiato come giocatore del decennio 74-84: «Avete fatto vedere solo i tiri che andavano dentro! Grazie! Nel 1980 con l’arrivo di Nallo e Mario Ghiacci c’è stata la svolta, siamo passati da 500 spettatori alla prima giornata, sino a 4000 dell’ultima». Inevitabile un cenno al suo look, da sempre stravagante: «Mi ero anche messo la camicia bianca, ma poi mi son detto: ma come mi son vestito e mi son messo la camicia a fiori...». Poi racconta di quella volta che a New York gli chiesero che lavoro facesse, gli ho risposto: «A fag al marangon!». La passerella d’onore è poi di Piero Montecchi, giocatore del decennio 84-94, di Gianluca Basile (decennio 94-04) e di Alvin Young (decennio 04-14). Il boato più fragoroso è per Basile che rivela: «Arrivai qui per la prima volta dopo un viaggio massacrante in treno, scesi e non trovai nessuno a prendermi. Dopo un paio d’ore arrivò Max Menetti con una faccia stravolta: scusami è stata una serataccia, mi disse».

Sul palco anche Andrea Menozzi, attuale responsabile del vivaio biancorosso, componente findamentale del mosaioco reggiano; con lui i talenti nati e cresciuti nella cantera della Pallacanestro Reggiana e poi affermatisi nell’elite del basket: tra di loro, a sorpresa, è arrivato anche Nicolò Melli. Presente il sindaco Luca Vecchi, molto emozionato: «Questa è una storia di sport, di reggianità ed è storia allo stato puro - poi conclude - confidiamo quindi che si possa arrivare alla ristrutturazione del palasport».

Mike Mitchell è stato premiato in fine serata come migliore giocatore della storia della Pallacanestro Reggiana. Il ricordo di Virginio Bernardi: «Mike entrò in sede e vide la foto di Bob Morse, chiese chi fosse... E poi disse: ‘Io la voglio più grande...’». Tutta la platea commossa. E la standing ovation è durata quasi un minuto. La serata si è conclusa con tutti gli ex biancorossi sul palco mentre andava la canzone «Certe notti» di Ligabue.