"Reggiana condannata a vincere: non è facile"

L’emozione di Scappini per gli applausi dei tifosi: "Non me l’aspettavo: resto un vostro tifoso. Non pensate al bel gioco, contano solo i tre punti"

"Reggiana condannata a vincere: non è facile"

"Reggiana condannata a vincere: non è facile"

di Francesco Pioppi

Quello tra Stefano Scappini e la Reggiana, è un amore che va al di là del tempo e della maglia che si indossa. La conferma è arrivata sabato, quando tutto lo stadio gli ha regalato una standing ovation da brividi per il suo ritorno da avversario, con i colori della Torres.

Il popolo granata distingue subito chi dà l’anima in campo e bomber ‘Scappo’, 35 anni, fa parte di questa categoria.

Scappini, le hanno riservato un’accoglienza da brividi: se lo aspettava?

"Sinceramente no, non così. È stato veramente bello, ho avuto difficoltà a fare il giro per prendere gli applausi perché sono un po’ timido, poi mi sono lasciato andare. C’erano tifosi della Reggiana che mi incitavano già dal riscaldamento, altri che mi hanno mandato messaggi in settimana… Sono le cose belle del calcio, quelle che sogni quando sei bambino".

Insomma ha fatto bene a continuare tra i professionisti nonostante un’estate non semplicissima dopo l’addio alla Reggiana…

"Io mi sento ancora un giocatore al 110%. Ho la testa da ventenne, mi sento bene e voglio a tutti i costi raggiungere la salvezza con la Torres. Sarebbe un peccato non farcela".

Il suo istinto per il gol non invecchia e nemmeno la soggezione che incute agli avversari: lo sa che Diana si è infuriato con Rozzio perché sull’ultimo calcio d’angolo non c’era nessuno che la marcasse sul primo palo?

"Ho visto che si è agitato moltissimo, d’altronde era il 92° e sarebbe stata una beffa. Il mister sa che l’anticipo di testa in quella situazione è una delle mie caratteristiche principali quindi un po’ lo capisco".

Che impressione le ha fatto la Reggiana?

"Non la scopro di certo io, è meritatamente prima in classifica da più di un girone e ha grandi valori. Attenzione però, quando devi vincere per forza non è mai semplice, il bel gioco va messo in soffitta e contano solo i tre punti. Comunque li ho visti tutti concentrati sull’obiettivo, devono giocare gara dopo gara e non voglio dire altro: faccio il tifo per loro".

A decidere la gara è stato Kabashi, un calciatore di talento che in molti ritengono avrebbe potuto fare molto di più in carriera, lei che idea si è fatto?

"Ho giocato con Elvis al Pontedera e mi ha anche fatto segnare diversi gol, non è una sorpresa per me. Ha un carattere forte, deve trovare l’ambiente giusto e il mister giusto per esprimersi al meglio e a Reggio li ha entrambi. Va un po’ coccolato e dev’essere al centro dell’attenzione, ma ha 29 anni e può ancora togliersi tante soddisfazioni". Ha giocato con altri calciatori attualmente in granata?

"Vista la mia età quasi con tutti (ride, ndr). Con Montalto ho fatto la Nazionale Under 20 e poi ci siamo ritrovati al Grosseto: è sempre stato così, con grande qualità e altrettanta personalità. A volte è andato bene, altre meno, ma resta un trascinatore".