Unahotels, gli schiaffi di Brescia fanno male

Per i biancorossi è la nona sconfitta nelle ultime 10 gare: dopo un buon avvio (24-33) la difesa reggiana non ha più frenato i lombardi

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Germani Brescia

89

Unahotels

79

GERMANI: Chery 22 (610, 34), Moss 2 (11), Crawford 10 (577, 01), Burns 16 (59, 13), Sacchetti 2 (01); Kalinoski 8 (12, 26) Willis 15 (47, 23), Vitali 9 (35, 12), Wilson 2 (12), Bortolani 3 (01, 11). N.E. Parrillo e Vecchiola. All. Buscaglia

UNAHOTELS: Taylor 19 (47, 36), Candi 7 (15, 12), Diouf 1 (01, 01), Baldi Rossi 9 (34, 12), Elegar 9 (35); Kyzlink 2 (11, 01), Sims 17 (58, 11), Johnson 3 (12, 02), Koponen 12 (01, 47). N.E. Bonacini, Giannini, Porfilio. All. Martino

Arbitri: Begnis, Grigioni e Boninsegna

NOTE - Parziali tempi: 15-22, 47-43, 71-69. Tiri liberi: Germani 710, Unahotels 1217. Rimbalzi: 34-32 per la Germani.

di Daniele Barilli

Squadra nuova, vita vecchia. L’Unahotels incassa la nona sconfitta nelle ultime 10 partite sul suolo italico, al termine di una gara schizofrenica e nella quale, in tutta onestà, non abbiamo capito quale dovesse essere il piano partita dei biancorossi. Perché se vai a Brescia, pensando, un po’ presuntuosamente, di fare a cazzotti con uno dei migliori attacchi del campionato, c’è il rischio di finire la serata con gli occhi neri e la testa che fa un gran male. Più o meno proprio quello che è successo ai biancorossi che hanno palesato, ancora una volta, i soliti problemi di gestione offensiva con 16 palle perse, 7 nell’ultimo quarto: tante, tantissime, troppissime. E, per di più, se subisci 56 punti nei due quarti centrali del match, perdendo le stimmate difensive, che erano un po’ l’anima della squadra di inizio stagione, è difficile portare a casa la pellaccia da qualunque campo. Una squadra come quella reggiana, ieri sera, avrebbe dovuto trasformare il parquet in una palude mettendo tutto il fango possibile negli ingranaggi lombardi e invece ha accettato di giocare al ritmo preferito dai bresciani e ha pagato a caro prezzo. C’è tanto, tantissimo da lavorare per garantirsi la salvezza. E, in più, bisogna capire in quale direzione si vuole andare. Perché questa squadra, malgrado ieri sera abbia mostrato anche qualche sprazzo interessante, soprattutto ad inizio gara e nel finale del terzo quarto, continua a non avere una propria identità e una propria anima. E così basta un momento di crisi e di sofferenza per compromettere ogni partita e tutti gli sforzi effettuati.

In tutto ciò, tornando a casa da Brescia pieni di dubbi, tra le mani ci è rimasto solo il debutto positivo di Sims e la speranza che l’ingresso sul parquet di Lamar possa in qualche modo aiutare la squadra.

E dire che, all’inizio c’eravamo un po’ illusi. La partenza biancorossa accendeva qualche scintilla di speranza nel cielo reggiano. Per 13 minuti l’Unahotels interpretava il match nel migliore dei modi: intensità difensiva e palla che si muoveva in attacco. Poi, sul 24-33, la partita cambiava volto. La velocità del match si alzava, l’Unahotels perdeva il controllo del ritmo e cominciava ad annaspare dando un calcione al secchio del latte appena munto con Martino che, un po’ misteriosamente, toglieva dal parquet Sims, autore di 11 punti in poco più di 5 minuti.

Brescia ringraziava, non sbagliava niente, neppure per caso (67 da 3 al riposo), e presa per mano da Willis (9 punti in un amen) chiudeva il varco, metteva la freccia e sorpassava con un terribile break di 16-3 (40-36). I lombardi arrivavano fino al più 7 (47-40) poi una tripla di Taylor ricuciva un po’ le ferite biancorosse prima del riposo.

Alla ripresa delle ostilità, invece di provare a rallentare il ritmo, l’Unahotels decideva di giocarsela alla pari con Brescia correndo ai mille all’ora. La Germani dava subito una spallata al match (67-57 con un break di 13-0) ma Reggio riusciva a rimettere la testa dentro la partita grazie alle triple di Koponen (67-65). Poi, però, l’ultimo quarto biancorosso era una sofferenza. Troppi errori e palle perse con Brescia che continuava a macinare, tranquillamente, il suo gioco tagliando il traguardo a braccia alzate e senza soffrire. E se l’Unahotels gioca così, ahinoi, sarà dura contro chiunque...