{{IMG_SX}}Reggio Emilia, 12 maggio 2008 - E' boom di clandestini a Reggio: ce ne sono 24,5 ogni mille abitanti, facendo di Reggio la quarta città d'Italia in questa classifica. Tra le prime dieci città per densità di stranieri senza permesso di soggiorno ce ne sono cinque emiliane. Al terzo posto dopo Brescia e Mantova c'è Modena con 25,5 clandestini ogni mille abitanti, al quarto appunto Reggio (24,5), al sesto Parma (20,4), al settimo Bologna (20,2), al nono Piacenza (18,9).

Seguono gli altri capoluoghi della regione: Rimini e' 16/a con 16,5 clandestini ogni mille abitanti, Forli' e' 24/a (14,5), Ravenna 28/a (12,8) e Ferrara 38/a (10,8). Dei capoluoghi emiliani, solo Ferrara ha una presenza di clandestini che si attesta sulla media nazionale (11 ogni mille abitanti) mentre gli altri hanno tutti dati superiori.
 

Sono almeno 650mila i clandestini che lavorano nelle città italiane, ma senza permesso di soggiorno. In media, 11 ogni mille abitanti. La capitale degli stranieri irregolari è Brescia, con 32 ogni mille, seguita a ruota da Mantova con circa 30 clandestini ogni mille abitanti e da altre otto città del Nord.

Sono questi alcuni dei risultati del primo 'censimento' degli extracomunitari sans papier messo a punto sulla base delle 724mila domande di assunzione presentate per il decreto flussi 2007. L'indagine è stata compiuta dal dipartimento di Demografia dell'Università Milano Bicocca per il Sole 24 Ore e per la Fondazione Ismu.

 

In base a quanto riportato dal quotidiano diretto da Ferruccio De Bortoli, "nella graduatoria delle aree ad alta densità di immigrazione clandestina le prime dieci sono nel ricco Nord e undicesima è Macerata".


La palma di città con più 'irregolari' va a Brescia, "con 32 cittadini extracomunitari senza permesso di soggiorno ogni mille abitanti, seguita da Mantova con 28,8. E scendendo s'incontrano le città del Veneto e dell'Emilia Romagna che contano un'incidenza di 20 irregolari ogni migliaio di presenze (contro gli 11 della media nazionale) e che hanno mostrato, con il voto di un mese fa, quanto profondo sia il disagio delle popolazioni locali in relazione ai problemi dell'immigrazione clandestina e della sicurezza".


"I risultati dicono che i sans papier sono almeno 650mila e aumentano all'aumentare degli stranieri regolari. Come dimostra il susseguirsi quasi identico delle prime città nelle classifiche dell'irregolarità e in quella della densità di stranieri (con permesso e senza) sulla popolazione totale. E come conferma il caso della stessa Brescia che conta anche la maggior percentuale di presenze extraUe in Italia (13,2%): nessuno stupore di questa correlazione, sottolinea il presidente della Provincia".


"Se dalle prime due classifiche si passa poi a misurare il tasso di clandestinità - ovvero quanti privi di permesso ogni cento immigrati presenti - la graduatoria si capovolge: al top salgono le città del Mezzogiorno, Crotone e Messina in testa con il 35-38 per cento. Un trend che fotografa bene da un lato il fenomeno degli sbarchi e del primo approdo di molte persone che, nel tempo, si trasferiscono al Nord e trovano una collocazione; dall'altro l'alta influenza dei clandestini su comunità comunque meno numerose".


Il censimento misura l'incidenza dell'immigrazione 'irregolare'. Ma 'irregolari' - spiega il Sole24ore - "sono anche tutti i clandestini (la maggioranza) che un lavoro ce l'hanno. Senza contratto. Per loro le domande di assunzione sono state compilate dai datori italiani e inviate al ministero dell'Interno da dicembre in poi. Il server del Viminale custodisce l'identikit di aziende e famiglie che le hanno mandate (complete di indirizzo e codice fiscale), il profilo delle attività più richieste (il 57% colf e badanti), fino alla provenienza dei lavoratori 'chiamati'".


"I pericoli delle minoranze isolate e meno inserite e, al tempo stesso, le potenzialità delle comunità integrate nei distretti economici. In Veneto, ad esempio, convivono comunità straniere numerose e diverse tra loro, con compiti altrettanto diversificati nelle famiglie e nel tessuto delle piccole imprese manifatturiere: dalla sola Venezia sono partite 4.500 richieste di assunzione per cittadini del Bangladesh, da Verona "solo" 635 per questa nazionalità e ben 5.826 per il Marocco.

A Treviso la situazione si ribalta a favore della Cina (3.600 richieste) e del Marocco (3.200). In teoria, non c'è posto per tutti. In pratica i lavoratori sono già inseriti qui e cercano a tutti i costi di regolarizzare (con l'appoggio del datore) la propria posizione in Italia".


"Immigrati, quindi, non solo da temere.
Ma anche, ormai da tempo, un motore del Paese. Le ultime stime sul peso da attribuire al loro lavoro le ha presentate l'Unioncamere e si attestano al 9,2% del Pil, sulla falsariga dell'8,2% calcolato dall'Ismu qualche mese fa. Ma anche elaborazioni più prudenti - come quelle del Sole 24 Ore e della Caritas - attribuivano agli stranieri già un anno fa oltre il 6% del totale, con picchi più elevati proprio al Nord".