{{IMG_SX}}Reggio Emilia, 13 agosto 2009. E’ POLEMICA. Polemica dura, durissima, dopo la messa che, domenica scorsa, alle 10, don Giuseppe Dossetti ha celebrato, nella sua chiesa di San Pellegrino, in suffragio di Fabrizio Pelli, il brigatista rosso, reggiano, morto trent’anni fa in carcere, stroncato dalla leucemia.

A criticare questo “ufficio funebre” (che è stato esteso anche alle vittime delle Brigate Rosse) è il Gotha del centro-destra reggiano. «Adesso – sbotta l’onorevole Pdl Emerenzio Barbieri – don Dossetti dovrebbe celebrare una Messa anche per Alessandro Pavolini, ex segretario nazionale del Fascio, e per Benito Mussolini e Claretta Petacci. Sarebbe un gesto di equità che i reggiani apprezzerebbero».

PER IL CONSIGLIERE comunale del Pdl Marco Eboli «l’iniziativa di don Giuseppe Dossetti è assurda, perchè il terrorismo, di qualsiasi colore e ideologia, ha mietuto parecchie vittime e provocato molto dolore e sangue. Non è giusto – esclama - ricordare nelle preghiere gli ex terroristi piuttosto che coloro che, in vita, sono stati bravi padri, madri, figli, cittadini».

Quando gli viene detto che don Dossetti ha agito in piena libertà e autonomia, Marco Eboli diventa un fiume in piena: «Il suo – afferma – è stato un protagonismo non richiesto che è diventato una spettacolarizzazione inopportuna. A un don Giuseppe Dossetti che celebra la Messa per i terroristi preferisco un don Ranza che la celebra per i carabinieri, in tanti casi uccisi proprio dai terroristi».

VERSO il parroco di San Pellegrino non è tenero nemmeno il consigliere regionale azzurro Fabio Filippi: «La pietà – dichiara – è un sentimento che va esteso a tutti e che non deve essere usato a senso unico, tanto più che la stessa missione della Chiesa è universale. Nel 2003 chiesi ufficialmente alla Curia reggiana di dire una Messa, a pagamento, in una chiesa di Reggio importante (il Duomo oppure la Ghiara o la basilica di San Prospero) per i soldati cattolici americani morti in Iraq durante la Guerra del Golfo. Precisai che avrebbe potuto celebrarla anche l’ultimo dei parroci nostrani. Ho aspettato per mesi una risposta che deve ancora arrivare».

ED ECCO, in mezzo a tanto clamore, la “verità” di don Giuseppe Dossetti su questa contestatissima funzione religiosa: «La Messa – spiega – non mi è stata chiesta dai familiari di Pelli né da nessun altro. Ho semplicemente visto il manifesto ‘In memoria di Fabrizio Pelli’ che la famiglia ha fatto affiggere in varie parti della città e anche nella bacheca del nostro oratorio e così ho deciso di pregare per lui e per le vittime del terrorismo. Mi è sembrata una cosa giusta e l’ho fatta con una celebrazione d’orario».

«Tra l’altro – prosegue don Dossetti – quella Messa non ha suscitato reazioni di alcun tipo né in parrocchia né tra coloro che mi sono vicini o lavorano con me». Nel foglietto che il parroco di San Pellegrino ha attaccato nella bacheca dell’oratorio per annunciare l’assai controversa funzione domenicale, si leggeva: “Non si lotta per una società più giusta assassinando degli innocenti. E’ giusto, tuttavia, chiedere e dare misericordia”. Quel che pare certo, parlando con lui, è che non avrebbe mai pensato di entrare nell’occhio del ciclone. Forse, adesso, sta ripensando alle parole del don Lorenzo Milani delle “Esperienze pastorali”: «Dove è scritto che il prete debba farsi voler bene? A Gesù o non è riuscito o non è importato».