{{IMG_SX}}Reggio Emilia, 25 agosto 2009- IN INTERNET è diventato un tormentone, una bestemmia dopo l’altra. Ora il viso di Germano Mosconi, il cronista televisivo di Verona famoso tra i giovani frequentatori del web per i fuorionda pieni di improperi, è disegnato in formato gigante sul muro del sottopassaggio pedonale di Rivalta, perpendicolare a via Sant’Ambrogio, la strada che conduce alla chiesa parrocchiale.
E nulla è lasciato a intendere: nel baloon (la nuvoletta del testo) c’è proprio una delle sue colorite imprecazioni, con le lettere a caratteri cubitali, tagliate per dissimularne il senso, almeno in parte.

MA IL TRUCCO non funziona. Per chi conosce il personaggio il messaggio è fin troppo chiaro. La cosa sorprendente è che nel realizzare il murales in quel sottopassaggio sono state coinvolte varie associazioni ed enti locali, tra cui l’associazione Papa Giovanni XXIII, fondata da don Ercole Artoni.

IL WRITER (graffitaro) avrà pensato di poter giocare ironicamente sul personaggio. Ma proprio di fronte al graffito, affiancato da molti altri disegni coloratissimi che hanno il merito di abbellire il cemento, altrimenti anonimo, c’è il regolamento di Spacelab (questo è il nome del progetto educativo), dove si legge a caratteri cubitali che «il buon senso è sempre la migliore regola che puoi seguire». A peggiorare la situazione c’è un abbinamento, probabilmente casuale, che rende la presenza della bestemmia ancora più fuori luogo: a poca distanza dal faccione strillante di Germano Mosconi c’è persino un’immagine benedicente di Papa Benedetto XVI.

«ABBIAMO già telefonato ad alcuni writer che curano i graffiti di quel sottopassaggio per modificarlo – spiega Marco Battini, responsabile del progetto – e siamo andati a fare qualche foto. Appena ce lo avete segnalato con la vosrta telefonata abbiamo visto i video su Youtube di Mosconi, che non conoscevamo».
È stata subito convocata una riunione straordinaria, ieri pomeriggio, per discutere del problema e risolverlo nel più breve tempo possibile.

«ORA VOGLIAMO gestire la questione non da censori, ma da educatori», chiosa Battina. «Sanzionando soltanto l’autore rischiamo di avere un’esplosione di vandalismo in città. Vogliamo, invece, cercare di mantenere quieti gli animi. Faremo una riunione la prossima settimana per fare capire perché è stato un errore».
«Ma voglio fare notare una cosa: da quando abbiamo iniziato il progetto dei sottopassaggi il vandalismo graffittario in città è diminuito notevolmente.

TRA 10 GIORNI la stessa parrocchia di Rivalta, retta con grande alacrità da don Luigi Giansoldati, ospiterà i writers durante una festa, per un progetto artistico.
Questo rende ancora più urgente la modifica di quel graffitto. «Mi sembra davvero poco sensato quel murales – commenta a caldo il presidente dell’associazione Papa Giovanni XXIII Matteo Iori – ogni graffito deve essere concordato e deve avere un legame con il luogo dove nasce». «E’ per questo — conclude — che mi stupisco che possa essere accaduta una cosa del genere. Ma auspico che venga risolta subito la questione. Il progetto deve avere un valore educativo».

RICHIESTO di un commento sull’accaduto, l’involontario protagonista, Germano Mosconi, non vuole esprimersi sull’episodio. Il giornalista veneto, che ora dirige un giornale in lingua tedesca per i turisti che affollano le sponde del Lago di Garda, non ha ovviamente mai gradito questo tipo di notorietà scomoda.
In passato ha denunciato gli anonimi che avevano diffuso i suoi fuoridonda, aveva rifiutato l’intervista col comico veneziano Lino Toffolo e non prendendo parte alla nota trasmissione radiofonica “Lo Zoo di 105”, dove era stato invitato.

MA SUL WEB la sua notorietà è inarrestabile: centinaia di video e alcuni fans club (non solo italiani), ripetono le frasi sfuggite al giornalista nei momenti di tensione.
Il suo «ma che ooohh!», seguito da lunghe sequenze di imprecazioni, viene utilizzato anche per il doppiaggio di improbabili scene cinematografiche e stralci di cartoni animati. Le bestemmie diventano la colonna sonora di ritmi rap piuttosto tristi. Per i ragazzini, sempre a caccia di simboli di ribellione, così come per i tifosi delle curve, i video del personaggio-Mosconi sono diventati oggetto di divertimento. Ma ai murales nessuno era mai arrivato.