{{IMG_SX}}Reggio Emilia, 8 settembre - IL NOME di Davide Duò, marito e padre, mano che ha infierito brutalmente sulla famiglia, e che ora è ricoverato in coma, non verrà mai pronunciato dal parroco. Lui, l’innominabile, arriva nella cerimonia come un fulmine, solo nelle parole di una preghiera dei fedeli. Un’ombra scomoda, un fantasma. Suonano come un rimbombo le parole pronunciate in rappresentanza della comunità di Sabbione: "preghiamo per Adriana e per Davide. Perché lo raggiunga la misericordia di Dio".

SUL PULPITO della chiesa di Gesù Buon Pastore, di fronte a centinaia di persone, è troppa l’emozione degli amici di Thomas, Marco e Sandra. Troppa, di fronte a una tragedia inspiegabile. "Ciao amico mio, non riesco a smettere di pensarti...". Le parole escono a fatica. Pieni i banchi, le navate. Pieno il sagrato all’esterno e pieni, anche, i lati dell’altare. Affollati di giovani adulti con gli occhi gonfi. Tutti, con la stessa maglietta nera. Davanti, una striscia bianca con tre fotografie di Thomas, il loro "amico perfetto".

DURANTE LE PREGHIERE dei fedeli, in una catena d’emozione, una delle insegnanti dell’Itis Nobili di Reggio (la scuola che il 19enne aveva frequentato) ha affidato alle parole di una poesia il suo ricordo: "La morte non è niente, io sono solo andato nella stanza accanto... ". Poi, trattenendo la commozione, ha aggiunto: "Ma ci rimane ancora qualcosa di te, Thomas. Quel tuo diploma, targato luglio 2008, che non sei mai venuto a ritirare...".
Nella chiesa, a tratti, un silenzio irreale. Rotto solo dai singhiozzi. Ma le colleghe di Sandra Pattio, tutte le assistenti della casa protetta 'Le Magnolie' e tutti coloro che l’avevano conosciuta, avevano deciso di dare alla cerimonia d’addio, una colonna sonora speciale. Da uno stereo, malinconiche, le note delle canzoni preferite della donna. Di quella straordinaria animatrice "che riempiva i pomeriggi di gioia e vita vera". Più che colleghi, amici sinceri. Un’altra famiglia. "Nei prossimi giorni — ha ammesso una di loro — la tua assenza sarà ancora più chiara per tutti noi. E il tuo ricordo dovrà diventare sorriso".

UNA DI QUELLE magliette nere si stacca dalle altre. "Ciao Tommy, la tua perdita ci ha travolto come una valanga". Ogni sillaba pesa come un macigno. Un flusso di coscienza sussurrato, balbettato. "Ti hanno tolto l’immortalità dei tuoi vent’anni. Ma non potranno mai strapparci l’allegria. La gentilezza. L’umorismo. L’amicizia. Adesso ci sentiamo persi e smarriti. Non sappiamo dove guardare. Staccheremo un pezzo della nostra anima e la scambieremo con la tua. Per sempre". Le canzoni di Sandra continuano a suonare. Mentre un girotondo di mani e persone si stringe intorno alle tre bare. In un eterno abbraccio. Due scure e una, piccola, bianca.
"Ciò che è accaduto pone interrogativi pesanti e indecifrabili. Ci demolisce e ci sbriciola" ha detto don Amedeo Vacondio, parroco di Sabbione, che officiava il funerale, in concelebrazione con la altri quattro sacerdoti. Oggi, le salme partiranno per Orbassano dove, con un’altra cerimonia, verranno sepolte nella tomba di famiglia di Sandra Pattio.

"PERCHÉ QUESTA tragedia? Il nostro è un grido di sofferenza e di incapacità di comprendere — ha aggiunto il parroco — Chiediamo aiuto alle parole del Vangelo, che non cancellano il dolore e lo strazio. Ma possono aprire la nostra intelligenza a ciò che non riusciamo a interpretare e alla speranza". Altre tre magliette nere trascinano un proiettore. Parte un video, lunghissimo, che racconta attraverso musica e immagini le più belle avventure trascorse insieme all’amico. "Bella Tom. Ora vivi, e vivrai sempre, nei nostri cuori". Loro ridono, amari, tra un singhiozzo e l’altro. La platea si alza in piedi e comincia ad applaudire, forte. È l’ultimo saluto.