Reggio Emilia, 2 febbraio 2010. Il primo febbraio del 1980 era un venerdì. Le persone sedute nelle poltrone del Municipale, avevano appena finito di guardare uno spettacolo di prosa. A loro, il triste annuncio: «Il teatro, da oggi, sarà intitolato a Romolo Valli».

Perché «Mimoloun» — come lo chiamavano sua mamma Matilde e sua nonna Alberta — era morto poche ora prima.

L’auto si era schiantata contro un muretto della via Appia Antica, a Roma, mentre stava rientrando dall’ultima replica di "Prima del silenzio" di Giuseppe Patroni Griffi.

Sull’asfalto, nessun segno di frenata. Nato a Reggio nel 1925, avrebbe compiuto 55 anni solo sei giorni dopo.

Romolo Valli (una laurea da giurisprudenza in tasca, conseguita per amore del padre Giuseppe) debuttò come attore nel 1949 in Miles Gloriosus con la compagnia il Carrozzone di Fantasio Piccoli.

Nel 1954 (dopo una tournée in Sudamerica con il Piccolo Teatro di Milano) si unì a Giorgio De Lullo, Rossella Falk, Tino Buazzelli e Anna Maria Guarnieri per dar vita alla Compagnia dei Giovani (in seguito arrivarono anche Elsa Albani e Ferruccio De Ceresa).

Insieme, per 20 anni, fecero la storia del teatro italiano, punto di riferimento assoluto della cultura. E Romolo Valli, ne fu l’anima. «Il vero manager del teatro. E in più lui era anche un attore che parla, non recita», ricordava in una recente intervista Giorgio Albertazzi.

Ma non è tutto: negli ultimi anni — insieme a Giorgio De Lullo e Giuseppe Patroni Griffi — fu direttore stabile del teatro Eliseo di Roma e direttore artistico del festival dei Due Mondi di Spoleto. Trentuno le sue interpretazioni cinematografiche da Monicelli a Visconti, da Fellini a De Sica.

Ma l’intitolazione del teatro Municipale all’attore scomparso non fu accolta in maniera benevola da tutti. Carmelo Bene, in primis: «È un assurdo, un ignominia, qui siamo a livello di caratteristi. Cambiate nome all’altro teatro (l’Ariosto, ndr), non a questo che è il tempio della lirica e della concertistica».

Altri, proponevano di intitolare a Romolo Valli un premio teatrale o una rassegna di spettacoli di prosa a livello internazionale in collaborazione con Spoleto.

La municipalità reggiana decise dunque per un premio biennale per gli attori di prosa italiani, di mettere un busto dell’attore nel teatro e di allestire un’ampia rassegna cinematografica sui film Valli.

Sono passati 30 anni dalla sua morte. Nulla è accaduto. E l’esperienza di «Mimmolo» aspetta ancora che la sua città la valorizzi al meglio.