Reggio Emilia, 17 febbraio 2010. «Ogni pretesto qui, è buono per far festa». Il sorriso del primario, dietro la sua scrivania, è eloquente.

Fuori dalla porta — nell’atrio del reparto onco-ematologico dell’ospedale Maggiore di Parma — si sentono dei rumori.

Stanno spostando i divani, accendendo le casse e i microfoni. Graziella Ferraccù e Ovidio Bigi stanno preparando tutto per cominciare il loro spettacolo di narrazione «MeLeRacconti».

Lei (infermiera «artistica» di Villa le Magnolie e volontaria di Reggionarra) si sta per trasformare nella «fata delle storie Grace». Lui (pianista e arrangiatore reggiano), nel suo fido «mastro musichiere Bigio».

Davanti a loro, seduti sui divani colorati tra le braccia dei genitori, i bimbi ricoverati nel reparto.

Piccoli uomini ammalati di tumore, malattie del sangue o autoimmuni. Le flebo attaccate alle braccia e il vestito di carnevale ancora indosso.

Poco prima c’è stata la festa di martedì grasso. «Questa volta abbiamo una grande esperienza da affrontare — racconta la narratrice —: portare la magia delle fiabe non in asili, biblioteche o ludoteche, come sempre, ma tra le mura di un ospedale in un reparto oncologico- pediatrico. Dove i bambini sono ricoverati per mesi, per anni. Dove è presente, da 20 anni, anche una scuola interna».

Da una cassa di legno estrae un filo colorato. Lo passa tra le mani dei bimbi che la stanno ascoltando incantati. Il laccio lo tengono stretto tra le dita, uniti nell’attenzione dei loro occhioni sgranati e nella voglia di sognare.

«Abbiamo preparato nuovi racconti per questo evento — continua Ferraccù —, ci tenevamo a farlo in modo accurato. La realtà che è presente nei rapporti tra le persone (tra genitori e figli, tra gli operatori sanitari e le famiglie), all’interno del reparto è densa, intrisa di valori ed emozioni. Una realtà delicata e da salvaguardare. Ed è nei nostri intenti, cercare di apportare al meglio il nostro intervento, affinché tutti questi valori non vengano scalfiti, ma rispettati nel profondo».