Reggio Emilia, 17 luglio 2010. L’HANNO DI NUOVO portata via. I genitori che da due anni e mezzo sono senza la figlioletta, affidata a un istituto perchè non ritenuti dal tribunale dei minori in grado per ora di svolgere il loro ruolo, sono entrati dalla finestra di una casa vacanza a Marina di Massa e hanno costretto le suore a consegnare la piccola di 5 anni. Sembra - manca conferma ufficiale - che il papà, o forse entrambi, fossero armati di rivoltella e che le suore abbiano passati attimi di terrore. Il legale della coppia, Francesco Miraglia, che ieri pomeriggio ha comunicato la notizia della sottrazione, a domanda ha detto che il particolare non è a sua conoscenza e «se così fosse certamente sarà stata una pistola giocattolo. Sono stracerto, nessuno voleva far male a nessuno».

I PRIMI GIORNI di marzo i genitori avevano già compiuto un blitz in una struttura protetta di Reggio, quella volta mettendo in atto il «rapimento» della figlia con uno stratagemma. Doveva svolgersi un colloquio protetto: si presentò la mamma, annunciò che portava giù la bimba a salutare il papà rimasto in auto e invece il terzetto svanì nel nulla, invano inseguito da un operatore. Ci fu una conferenza stampa-appello della squadra mobile, seguì una trattativa che coinvolse la nonna paterna e il giorno dopo la piccola fu riconsegnata alla polizia. I genitori erano fuggiti con la bimba in Slovenia. Un mese dopo, la coppia si incatenò al Colosseo, per protesta contro i giudici che hanno sospeso la potestà genitoriale.

ORA LA STORIA si ripete. L’avvocato Miraglia riferisce che i genitori, dopo aver preso la bimba dalla residenza estiva dei minori a Marina di Massa, in Versilia, hanno telefonato al professor Camillo Valgimigli, consulente nella perizia disposta dal tribunale dei minori di Bologna, per avvertirlo della loro azione: ci facciamo giustizia da soli, avrebbero detto, chiedendo di essere lasciati in pace. Dopodichè hanno ripetuto gli stessi concetti in una ulteriore telefonata all’avvocato. «I genitori - scrive l’avvocato Miraglia - hanno sottolineato la loro disperazione nello stare lontano dalla figlia». Il legale ha avvertito la questura di Reggio, che a sua volta ha mobilitato i carabinieri in Toscana. Il drammatico caso è seguito dalla procura di Massa in collaborazione con quella di Reggio.

L'AVVOCATO: "STANNO BENE"

Nella mattinata di sabato, l'avvocato Miraglia ha confermato che "genitori e bambina sono tranquilli, sereni e felici. Stanno bene e non c’e’ la minima possibilita’ che la bimba possa essere in pericolo. Ho avuto una comunicazione in questo senso nella prima mattinata’’.

Nella casa vacanze toscana, gestita dalle suore, la piccola era ospite da alcuni giorni, sotto la responsabilita’ della comunita’ di accoglienza reggiana alla quale venne affidata dopo che il Tribunale per i minorenni di Bologna aveva sospeso la patria potesta’ ai genitori. ‘’Il padre e la madre vogliono solo tranquillita’ e ora intendono rimanere con la figlioletta’’, ha aggiunto il legale

"CI SIAMO FATTI GIUSTIZIA DA SOLI"

«Ci siamo fatti giustizia da soli». Questi il pensiero e la motivazione che hanno spinto i due coniugi a 'rapire' la figlia di 5 anni.

Gli stessi genitori hanno affidato al loro avvocato un breve comunicato in cui annunciano la fuga e chiedono di essere lasciati in pace. «In qualità di avvocato di fiducia dei genitori  -si legge nella nota del legale modenese Francesco Miraglia- sento il dovere di informarvi che i genitori della piccola hanno provveduto a farsi giustizia da soli. Hanno telefonato al professore Camillo Valgimigli consulente insieme dottor Roberto Valgimigli nella perizia disposta dal Tribunale per i minorenni di Bologna, comunicando di avere la figlia con se e di lasciarli in pace. Successivamente si sono messi in contatto con il sottoscritto, con una telefonata di identico tenore. I genitori hanno tenuto a sottolineare la loro disperazione nello stare lontani dalla figlia».