Reggio Emilia, 23 maggio 2011 - Locali a misura di bambini completi di tutti gli accorgimenti, dai seggioloni ai parcheggi per i passeggini, fino agli spazi dedicati all’allattamento e al cambio. Ma anche con le mezze porzioni, le attrezzature per scaldare biberon e pappa, e attenzioni per l’intrattenimento a tavola nei tempi morti di attesa, come i pastelli e le tovagliette da colorare. Accade a Reggio Emilia, dove l’eccellenza pedagogica della città, riconosciuta a livello internazionale per l’attività delle agenzie educative Reggio Children e Istituzione Scuole e Nidi d’infanzia del Comune di Reggio Emilia, diventa ora visibile non solo nei luoghi dell’insegnamento ai più piccoli. Sono infatti 31 le attività commerciali, 18 tra ristoranti, trattorie e pizzerie, 11 tra caffetterie e pasticcerie e due gelaterie-yogurterie, (raccolti in un’unica guida in italiano e inglese) aderenti al progetto della città dei “Cento linguaggi” promosso dal gruppo di lavoro sull’Area Nord “Reggio Children”, insieme al Comune e le associazioni del commercio Cna, Confcommercio e Confesercenti.
 

“Reggio Emilia città dei cento linguaggi nasce da una nostra competenza distintiva, l’educazione e, attraverso la creatività, la declina rendendola ancor più diffusiva e percettibile nella cura e nell’accoglienza delle persone, famiglie e bambini, in questo caso negli spazi della ristorazione. Abbiamo dunque spazi privati aperti al pubblico, luoghi di relazione e incontro che, con la convinta adesione dei titolari degli esercizi e delle associazioni di categoria, offrono un tipo di servizio di qualità a misura di bambini e famiglie, indubbiamente utile e funzionale, e attento a una Reggio città delle persone, dell’infanzia e dell’accoglienza”, commenta il sindaco Graziano Delrio.
Alla presentazione del progetto sono intervenuti gli assessori alla Cura della comunità, Natalia Maramotti, e all’Educazione, Iuna Sassi, e la presidente di Reggio Children, Carla Rinaldi. Presenti inoltre Elena Edgarda Davoli, dirigente delle Politiche per lo sviluppo economico del Comune di Reggio, e Paola Cavazzoni, pedagogista responsabile delle Risorse umane di Reggio Children, oltre a vari esercenti e ai rappresentanti delle associazioni di categoria.
 

“Nei momenti più complessi, come questo di crisi economica - dice l’assessore Maramotti - il commercio risponde mettendo in campo la creatività, e l’adesione a questo progetto ne è un esempio. E’ un segnale significativo, di vitalità e attenzione, che ci aspettiamo sia condiviso da altri operatori commerciali, della ristorazione e di altri settori”. L’assessore Sassi sottolinea infine “il legame esplicito di Reggio Emilia città dei cento linguaggi all’esperienza di Reggio Children, che contraddistingue la città e il territorio in tutto il mondo ed inizia a farsi sempre più visibile nel tessuto cittadino”. Sassi propone inoltre, analogamente a quanto fatto per gli esercizi di ristorazione, “di estendere il modello di Reggio Children ad altri spazi pubblici dell’infanzia, come i parchi-gioco, e a luoghi frequentati dal mondo giovanile”.