Reggio Emilia, 22 gennaio 2012 - La sua filosofia è racchiusa in una frase: «Sono un tipo in gamba», dice di sé, con un sorriso furbetto, Francesco Messori. Tredici anni, correggese, studente di terza media alla San Tommaso d’Aquino, è nato senza la gamba destra eppure non solo è il ritratto della serenità. Patito del pallone, fanatico della Juventus - idolatra il fuoriclasse del Barcellona Lionel Messi, basta dare un occhio alla parete blaugrana della sua cameretta - la protesi l’ha “appesa al chiodo” 2 anni fa. E adesso scende in campo con la sua squadra, il Mandrio, armato di stampelle. Si muove leggero come una gazzella, il campioncino. Ha due grandi sogni nel cassetto, legati indissolubilmente l’uno all’altro: «Con i miei amici gioco bene, ma mi piacerebbe farlo con chi è al pari di me affinché altri possano condividere la mia passione. Su Facebook mi ha già contattato un ragazzo di 22 anni senza gambe dicendomi: “Io ci sono”. Sarebbe bello creare una squadra in cui ciascuno si allena nella propria città e poi ci si ritrova di tanto in tanto per giocare insieme».

E l’altro tuo grande sogno qual è?
«Ovvio (e ti guarda con aria di sfida): fare il calciatore».
Il primo calcio sul campetto, dopo quelli in pancia alla mamma, quando l’hai tirato? Com’è nata questa passione?
«La prima volta ho giocato nel San Prospero a 9 anni, facevo ancora il portiere e, all’epoca, usavo la protesi. Poi basta. Oggi sono una punta, attaccante, e son tornato nel Mandrio. Il pallino per il pallone l’ho ereditato da mia madre (Francesca, seduta accanto a lui, sorride). Dai 15 ai 20 anni era l’attaccante ala destra nella Correggese femminile».
In molti ti paragonano a Oscar Pistorius. In realtà, dopo tante battaglie, lui ha fatto ricorso al Tribunale dello sport (Tas), mentre nel tuo caso, passato da Centro Sportivo Italiano, si parla di partite negate. Ce lo racconti?
«Nella squadra parrocchiale di prima, il San Prospero, affiliata al Csi, il nuovo allenatore non mi ha consentito di partecipare alla partitella d’allenamento. Una o 2 volte mi ha lasciato senza casacca così ho deciso di andarmene. Son tornato dal mio ex allenatore, Vergnani. Al mio caso si è poi interessato il presidente del Csi Massimo Achini, il quale ha fatto un’eccezione alla regola, e oggi posso tranquillamente allenarmi assieme ai ragazzi del ‘98 con Luca Culzoni».
Quando scendi in campo?
«Domani (oggi, ndr). Ho l’ultima amichevole a Guastalla».
Cos’hai provato quando hai incontrato Messi, il tuo idolo, a Milano?
«Era il 22 novembre, il giorno del mio compleanno. Difficile dirlo.. Ero troppo emozionato (nell’attesa, mezz’ora prima dell’incontro, non è si è seduto neppure un attimo, ndr)».
E cos’ hanno detto i tuoi compagni quando hanno visto la tua foto con lui?
«Alcuni non ci credevano e pensavano a un fotomontaggio, altri mi han detto: “Frency, sei un grande”».
Altre passioni oltre al calcio?
«L’Xbox, mentre a livello musicale mi piace il pop. Il mio preferito è Jacko».
Com’è stato fare l’attore per il cortometraggio “Uno!” girato con Carlo Battelli?
«E’ andata bene, in fondo dovevo interpretare me stesso. E dire che è nato per scherzo. Volevo girare un video-spot per Italia1, con me appeso agli anelli che tiravo fuori la gamba esclamando “Unooo”. Alla fine c’è quella scena nel film».
Hai già pensato a che scuola scegliere dopo?
«Il linguistico per approfondire lo studio dello spagnolo, così potrò parlare con Messi. Eppoi voglio anche andare in Spagna per il match Barcellona-Real Madrid».
Correggio è un paese che ha sfornato tanti talenti. Tu sarai il primo asso del calcio con le stampelle. Strizza l’occhio e si lascia sfuggire: «Diventerò più famoso del Liga».