Reggio Emilia, 7 agosto 2012 - Ha inviato una lettera al presidente della impresa Gigli e una al sindaco Graziano Delrio. Toni diversi, ovviamente, ma identico il messaggio lanciato ieri dal parroco di San Francesco, don Franco Ranza, che non ha gradito l’avvio del cantiere per ristrutturare palazzo Busetti. Non tanto per il palazzo, che in linea d’aria sarà a cento metri dalla canonica, ma perché i camion impegnati nei lavori del cantiere dovranno transitare a due passi dal sagrato della chiesa. Un passaggio che lui non intende autorizzare in alcun modo. O comunque non senza trattare una compensazione per chi subirà disagi.

I lavori per allestire il passaggio dei mezzi pesanti sono cominciati ieri sulla piazza di fronte al museo. I camion dovranno trasportare i detriti dal palazzo, ex sede dell’Inps, che si affaccia su via Emilia San Pietro, via don Andreoli e via Crispi: usciranno dal centro storico passando da via Sessi, via Battaglione Toscano, via Spallanzani e via Nobili. Quando ieri mattina don Ranza ha visto gli operai della ditta Gigli e i tecnici del Comune davanti al sagrato non è rimasto a guardare.

«Un operaio mi ha detto che i lavori proseguiranno per almeno due anni — Ho scritto subito una raccomandata al presidente della ditta Gigli chiedendo chi ha dato l’autorizzazione per fare passare i mezzi pesanti sull’area della parrocchia. Io non lo autorizzo».

L’area della parrocchia va oltre infatti il sagrato sopraelevato, ed è delimitata da una semicirconferenza in pietra bianca ben visibile sulla pavimentazione. E’ impossibile passare da lì con i camion senza toccare il sedime della parrocchia.

«Se ho in corso un matrimonio, un funerale, una qualsiasi attività religiosa della parrocchia — spiega don Ranza — non posso usare il sagrato per evitare pericoli alla gente e per il traffico dei camion. Il contratto fra la parrocchia e il Comune dice che noi concediamo il passaggio nella norma, ma non nell’eccezionalità. Mi sono informato da un legale e questo caso non rientra nella normalità. Sapete che cosa significa far passare dei camion per due anni? Mi devono almeno assicurare che non passeranno il sabato e la domenica. E farli passare in determinati orari negli altri giorni».

Ormai i lavori per il cantiere di Palazzo Busetti sono partiti. Che cosa accadrà a questo punto? Don Ranza non alza le barricate, però fa una serie di richieste e di domande alle quali vorrebbe avere risposta. «Innanzitutto io chiedo uno stile — sbotta — Uno stile di atteggiamento. Prima di tutto potrebbero chiedere. Hanno detto che hanno informato i residenti. Ma li informano in agosto? Il mio non è un no, ma la richiesta di uno stile educativo».

Oltre alla forma, però, ci sono altri punti che per don Ranza vanno chiariti e in un certo modo risarciti, o meglio, «compensati». «Partiamo dal posteggio delle auto: in questa area ne hanno tolti parecchi per permettere i lavori a palazzo Busetti. Dove andranno a parcheggiare i residenti? Altra domanda: si era detto che il centro storico andava chiuso al traffico per motivi ecologici e di salute dei cittadini: oggi vale ancora questo principio? Un’altra domanda: un privato può togliere parcheggi e creare disagio al pubblico? Quali compensazioni sono state previste per i residenti di questa zona che sopporteranno il traffico e i disagi del cantiere per almeno due anni? E mi chiedo ancora: il sindaco ascolta la voce della gente? Quali saranno i danni economici alle attività che sorgono su queste strade con il passaggio dei camion?»