Reggio Emilia, 22 agosto 2012 - Se n'è andato nel sonno la notte di Ferragosto a 89 anni nel letto del suo cottage di Chidham nel West Sussex nel sud dell’Inghilterra. Un addio sereno e improvviso, dopo una vita di avventure in giro per il mondo.

Dai campi di battaglia della Seconda guerra mondiale e della Palestina britannica, all’India profonda dove condusse una piantagione di thè fino agli anni ’60. L’ex tenente David Eyton Jones, era uno degli ultimi due reduci britannici in vita di 'Operazione Tombola', la missione segreta organizzata dai paracadutisti scelti del 2nd Sas e partigiani italiani e russi nel marzo 1945.

Nel 2006 ritornò ad Albinea per visitare i luoghi delle battaglie del suo reggimento. Eyton Jones, proprio pochi giorni fa, aveva rilasciato questa intervista. E’ un po’ il suo epitaffio, dove racconta particolari nuovi come quando scalò il Cusna nel marzo 1945 insieme all’ex olimpionico di bob, Russel Kershaw.

David Eyton Jones, lei partecipò ad “Operazione Tombola” nel marzo del 1945?

"Fui paracadutato il 7 marzo 1945 ai piedi del Cusna. Il giorno dopo festeggiai il mio 22esimo compleanno con un po’ di grappa".

Non partecipò direttamente all’azione d’attacco alle due ville sede del comando generale tedesco a Botteghe d’Albinea.

"No, Roy Farran mi diede un altro compito. Quello di trovare una via di fuga sul monte Cusna in caso di contrattacco e rastrellamento tedesco dopo l’assalto al comando. Si temeva una rappresaglia. L’idea era di creare un via di fuga e un nascondiglio per tutti sul Cusna".

Così scalò il Cusna.

"Sì, andammo io e un altro paracadutista Russel Kershaw, che prima della guerra aveva fatto parte della squadra di bob olimpionica inglese. Ma non eravamo equipaggiati. Niente sci, niente scarponi pesanti ed equipaggiamento da neve. Con noi c’era una guida italiana. Ad un certo punto ci fece il segno della croce e disse: “Voi siete pazzi a proseguire”. Ci diede la sua benedizione come se dovessimo andare a morire".

Come andò a finire?

"Arrivammo quasi in cima. C’erano montagne di neve e un freddo pazzesco. Dormimmo lì la sera, facendo un buco nella neve. La mattina (era metà marzo) ci risvegliammo con le dita dei piedi e il corpo quasi assiderato. Decidemmo che bisognava tornare giù".

Come avete fatto?

"Niente sci, quindi sul sedere, uno attaccato all’altro: davanti alla guida c’era Kershaw che aveva l’esperienza della squadra olimpica di bob. Non fu molto divertente, arrivammo con sederi e piedi assiderati. Spiegammo che non era la cosa migliore creare una via di fuga lì. Poi io rimasi in zona dormivo a Tapignola portando sulla Cisa cannoni e mitraglie per organizzare le difensive in caso di contrattacco. Gli altri attaccarono ad Albinea".

Guidò la compagnia italiana del “Battaglione Alleato".

"Sì, con me c’era “Tito” (Remo Torlai ndr). Operazione Tombola fu molto lunga proseguì dopo l’assalto con attacchi sulle strade principali anche con il leggendario cannone da 75 millimetri “Molto Stanco” e le jeep".

Con il cannone partecipò al bombardamento su Reggio il 21 aprile 1945.

"Esatto con “Molto Stanco”. Sapete come festeggiamo la resa dei giapponesi nell’ agosto 1945 e la fine della guerra?".

Spieghi.

"Festeggiammo sparando con “Molto Stanco” tutte le munizioni e poi tornammo al campo".

Lei fu anche incaricato della resa dei partigiani russi da inviare sui treni verso l’Urss.

"L’ordine arrivò da Churchill che aveva fatto un accordo con Stalin. Ma non sapevamo quello che sarebbe accaduto a molti di loro una volta arrivati là in Unione Sovietica: fucilazione o gulag. Ma ricordo che a Reggio salivano da una parte del treno e si buttavano dall’altra…il loro capo Viktor “Modena” Pirogov e molti altri non si presentarono. Spariti nel nulla. Ho saputo poi che sopravvissero".

C’è anche un altro triste episodio legato ad “Operazione Tombola".

"Fui incaricato di ritrovare il corpo dello spagnolo che portava il nome in codice di “Robert Bruce” (Justo Balerdi ndr). Si trovava nelle campagne del modenese (A Torre Maina nei pressi di Maranello ndr) dove morì in uno scontro a fuoco il 21 aprile. Lo portammo e seppellimmo nel cimitero di Albinea a fianco degli altri tre caduti di “Operazione Tombola”. Alla triste cerimonia partecipò anche suo padre, pure lui combattente spagnolo nelle file degli Alleati".

Sa se sono ancora in vita altri reduci britannici di “Operazione Tombola”?

"Che io sappia ci siamo solo io ed il suonatore di cornamusa (David Kirkpatrick ndr). All’ultima riunione dei reduci lo scorso settembre eravamo solo in 50 tra quelli che hanno fatto la Seconda guerra mondiale. A marzo compirò novant’anni, ho perso la vista oramai ma me la cavo ancora, vivo in casa da solo e ho ancora voglia di raccontare tanto".

Matteo Incerti