Reggio Emilia, 4 agosto 2013 - Le auto che bruciano con cadenza quasi quotidiana a Reggio e provincia rendono concreto il problema della mafia. Ma la mafia a Reggio non è solo quella. I roghi nei cantieri e ai veicoli sono solo la punta di un iceberg. La mafia a Reggio è quella che entra nelle aziende reggiane, sfruttando la crisi o la sete di denaro.

È quella che fa affari, con l’aiuto indispensabile e impunito di colletti bianchi che si mettono al servizio delle cosche. E’ quella che sa trovare voti perché offre lavoro e servizi. E non si combatte seguendo solo i cognomi calabresi. Perché se la matrice è quella, il punto di arrivo va ben oltre, come hanno dimostrato, anche se solo in parte, le interdittive ad aziende emiliane. La verità difficile da ingoiare, è che la mafia è vantaggiosa. Almeno all’inizio. E ha soldi. Tanti. Su questo basa il suo potere. E partendo da questo si possono definire i contorni di un fenomeno più diffuso di quello che si pensi e che solo la magistratura potrà illustrare con maggiore chiarezza.
 

Sabrina Pignedoli