Reggio Emilia, 3 febbraio 2014 - «RICORDI, persone, avvenimenti che solo i reggiani portano nel cuore. Cose che continuano a unirci... » Con queste parole, la mattina del 31 gennaio su facebook è stato creato da Stefano Negri il gruppo Sei di Reggio Emilia se... E da allora, il rubinetto della nostalgia non si è più arrestato. Nella serata di ieri erano già oltre 1.500 i membri della pagina del social network dedicata al nostro campanile. E i numeri crescono in maniera esponenziale, in un arrestabile amarcord fatto di foto color seppia, pelle d’oca e lacrime agli occhi. Ognuno lascia su quella bacheca virtuale un po’ di sé, i ricordi di ciò che era, le frasi imparate da bambino nel dialetto dei nonni. E onestamente, è difficile staccarsene.

Sei reggiano, dunque, se bevevi l’acqua d’orcio al chiosco della Rina — si legge —; se entri in bar e ordini un Bif, se sai cosa sono le ‘scuole verdi’, se almeno una volta hai detto: te propria un Sandroun. Ci sono poi i personaggi-leggenda, che hanno fatto la storia, i luoghi comuni, sono diventati termine di paragone o protagonisti delle barzellette nostrane, dei modi di dire. E allora, sei di Reggio se ti ricordi la Zia, la Mimì Fioraia, la Candida, la Bisara, Dentino, Ave Maria e Zilòch. Se sai cosa sono il paltino e al pchèer. Se mangi la pasta resa e la spongata. Se andavi ai ‘baracconi’ ai giardini pubblici; se ti ricordi il Bazar Vampa; se per te fare San Martèin vuol dire traslocare; se quando ti parlano della cà di pom sai che non si tratta di un negozio di frutta; se sai cosa sono l’onda rossa e l’onda verde.

Ci sono botteghe, locali, palazzi, discoteche, che restano indelebili nella memoria. Quindi, sei reggiano se la mamma ti portava ‘da Pierino’ a comprare le scarpe e tornavi a casa con un pulcino; se facevi ‘focaccia’ a scuola e andavi in Cadorina; se quando andavi a fare le vasche in centro acquistavi la pizzetta di Duranti; se chiami piazza San Prospero, Piàsa Cecà; se per te Villa Salus è rimasta Villa delle Rose e ti ricordi di Villa Zironi; se andavi alla Coop 1 di corso Garibaldi e alla Standa per provare le scale mobili; se la domenica pomeriggio era al Marabù.

Infine, ovviamente, sei davvero una testa quadra se... seinsa caplet l’è mia Nadèl, se hai visto Silenzi sotto la Sud al Mirabello, se a carnevale mangi gli intrigoni, se l’autobus ti ostini a chiamarlo tram, se intingi il gnocco fritto della sera prima nel caffelatte o fai colazione con l’erbazzone. Se ascoltavi (e ascolti) Gaudio e i Trietto.

Prima la preziosa operazione di recupero della nostra memoria messa in piedi (sempre su facebook) i Leoni di San Prospero, ora la pagina dell’appartenenza arzana. I tempi cambiano, certo, non le radici... e il sangue rimane color lambrusco.

Benedetta Salsi