Reggio Emilia, 20 febbraio 2014 - La Squadra Mobile, con l’arresto di un cittadino albanese di 31 anni, ha posto fine alla vita da incubo di una sua connazionale indotta, con continue e violente vessazioni e minacce di morte, a prostituirsi senza che potesse denunciarlo.

La donna, una 30enne, conviveva nello stesso appartamento col suo aguzzino ed era completamente assoggettata, a livello psicologico, a subire continui maltrattamenti tanto da ridurla a un “oggetto” dei suoi sfoghi.

Le indagini sono iniziate lo scorso ottobre quando la 30enne, durante la sua attività notturna su strada, era stata ferita a un polmone da un uomo nel corso di una rapina. Provvidenziale è stato l'intervento di un passante, che ha accompagnata la donna in ospedale, salvandole la vita.

Ulteriori verifiche degli inquirenti della Mobile hanno messo in luce le raccapriccianti modalità messe in atto dall'aguzzino albanese. Qualche giorno dopo il ferimento della sua "protetta" l’uomo chiedeva alla vittima le ragioni dell’assenza dal “lavoro” intimandole di scendere immediatamente in strada. Al suo  rifiuto il 31enne “prometteva” di violentare tutte le parenti della sventurata. Così la prostituta è stata costretta a tornare in strada senza riuscire a ultimare i giorni di degenza.

Tra le minacce più cruente che l'uomo urlava contro la donna “ti taglio le ovaie”, “ti faccio in mille pezzi e ti metto sotto l’ulivo” e “oggi non le prendi sul viso ma nello stomaco”.

La donna, alla quale era stato sottratto il passaporto, nel suo stato di sottomissione ha dichiarato agli investigatori di perdonare tutte le offese al suo aguzzino, l’unica cosa che non vuole più subire sono le ripetute percosse.

Ma non è finita perché, oltre alle minacce, l'aguzzino con la sua "protetta" si prodigava anche in cinici “consigli commerciali”: dove e come posizionarsi sulla strada e il corretto utilizzo della borsetta a mò di richiamo per i clienti, poiché come sosteneva “il mondo si vede con gli occhi” e lei non doveva apparire come un trans.

Il gip del Tribunale di Reggio Emilia ha ordinato l’arresto dell'albanese.