Salvaterra (Reggio Emilia), 20 marzo 2014 - DOVRÀ portare un testimone o, come prova, la registrazione del programma Rai, un Tg di prima serata del 15 novembre 2008, quando i 34 milioni del montepremi del Superenalotto sembravano diventare una dorata realtà. Caterina Gentile, operaia di Salvaterra era all’epoca in cassa integrazione, un mutuo da pagare e due figli da crescere, li annotò uno dopo l’altro, con il cuore che sembrava cedere sotto la crescente emozione. «In video apparvero come estratti il 15 - 17 - 24 - 31 - 80 ed 86 — racconta Caterina — Con la giocata di 1 euro avevo centrato anche il numero jolly, che ora non ricordo quale fosse».

NEMMENO il tempo per riprendersi dall’incredibile emozione che la TV si oscurò e dopo un attimo il conduttore si ripresenta con tante scuse: si erano sbagliati. Erano stati letti i numeri della estrazione di una settimana, forse quindici giorni prima. «Al mio fianco avevo una amica di Sassuolo — dice Caterina, girando fra le mani sconsolata la copia della cedola con i numeri giocati che giorno dopo giorno continua a sbiadirsi.Avevo avuto appena il tempi per dirle che avrei sistemato anche le sue necessità. Era una cifra enorme, sproporzionata. Mi sarei subito liberata del mutuo della casa. Ne avrei tenuti per aiutare la mia amica, tutti i miei famigliari e me ne sarebbero rimasti ancora tanti. Non li volevo neanche tutti. Ne avrei dati in beneficienza». Invece: tante scuse e la lettura della nuova sestina.

«A QUEL PUNTO mi sono rivolta ad un legale, l’avvocato Pompeo Azzolini. Abbiamo chiesto 50mila euro di risarcimento, anche per il forte stress psicologico che la cosa mi ha procurato».
Diverse convocazioni con il legale della Rai che spesso non si presentava nemmeno. «Dopo il servizio sulla singolare vicenda, pubblicato proprio dal Carlino il 26 febbraio 2011, la Rai fa una prima proposta di composizione della lite in via extragiudiaria, offrendo 5mila euro, arrivati poi a 18mila più le spese legali. Ventimila, in tutto. Noi ne abbiamo chiesti 50mila per chiudere».

IL 12 MARZO scorso l’ennesima udienza ed il giudice che rinviando al 24 di aprile prossimo invita Caterina a produrre copia della registrazione o portare testimoni della singolare vicenda. A distanza di sei anni però non è cosi facile. «Nel frattempo, purtroppo, la mia amica di Sassuolo, che era in casa mia quella sera ed aveva assistito a tutto, è morta. Ricordo che “Striscia la notizia” si occupò dello stesso caso, intervistando una signora, mi pare di Torino. Faccio un appello, forse hanno ancora nei loro archivi la registrazione di quel servizio. O forse ce l’ha quella signora, o anche la Rai stessa, ma non so proprio come fare ad averne copia. Mi sento presa in giro e credo di averlo detto anche al giudice» .

Bruno Dallari