Reggio Emilia, 17 giugno 2010. «Abbiamo trovato Caravaggio». Silvano Vinceti, scandianese di 60 anni, ideatore e presidente del comitato nazionale per la valorizzazione dei beni culturali. ha annunciato ieri a Ravenna l'identificazione dei resti mortali di Michelangelo Merisi.

La sua equipe (composta da Giorgio Gruppioni, ordinario di antropologia dell’università di Bologna, dal professor Mallegni, ordinario di micro-biologia dell’università di Pisa, dal professor Calcanile dell’università di Lecce, da Luciano Garofano ex responsabile del Ris di Parma, dallo storico e critico d’arte Massimo Marini e da altri esperti) nel maggio 2009 si è messa sulle tracce del più grande e rivoluzionario pittore di tutti i tempi.

E ora — proprio nell’anno del IV anniversario della morte dell’artista (scomparso a 39 anni nel 1610) e a pochi giorni dalla chiusura della mostra nelle scuderie del Quirinale che ha visto un afflusso record di 600mila visitatori in meno di 4 mesi—il tormentato artista lombardo potrà trovare una degna sepoltura.

 Radicale, coordinatore nazionale dei verdi liberaldemocratici, ambientalista, presidente nazionale dell’associazione Kronos ’91, candidato sindaco di Platì in Aspromonte.

E ancora, scrittore di decine di libri, ricercatore, autore e conduttore Tv, consulente e, attualmente, collaboratore del ministero al turismo di Maria Vittoria Brambilla (Pdl).

Queste le mille sfaccettature della carriera di Silvano Vinceti. Ora diventato pure ‘cacciatore di tombe’ a tempo pieno.

Il nostro «Indiana Jones» lavora a Roma, ma è nato a Scandiano 60 anni fa. «Appena posso tornare — racconta — mi rifugio sul monte delle Tre Croci, nel mio piccolo mondo antico. Torno al matrimonio con la natura, da pellegrino dell’essere quale mi definisco».

Una vera passionaccia, quella per le ricerche. Per il mistero. E per i grandi uomini. «Ho sempre avuto il pallino di risolvere gli enigmi del passato» ammette trionfante con ancora, tra le mani, la sensazione della teca trasparente che contiene i resti di Michelangelo Merisi. Trovati da lui.

«Tutto è nato quando lavoravo per la Rai e stavo girando un documentario su Matteo Maria Boiardo a Scandiano. Devo ringraziare lo storico Roberto Gandini, non lo dimentico. Mi diede tutti i documenti dicendomi: ‘Con questi puoi arrivare alle ossa di Boiardo’. L’ho cercato e cinque anni fa l’ho trovato. Il mio amore per il Paese e per i ritrovamenti dei grandi uomini del passato è cominciato lì».

Perché non si è fermato. Con ancora in piedi il progetto di una grande sepoltura da dare a Matteo Maria Boiardo nella sua città («nel giro di pochi mesi credo potremo completarla perché lo scultore ha finito i bassorilievi che gli erano stati commissionati»), si è dato alla caccia di altre teste importanti.

«Col gruppo di ricerca, sono passato a Petrarca, Leopardi, Pico della Mirandola, Poliziano e alla ricostruzione del viso di Dante Alighieri», sciorina Vinceti. E poi è arrivato Caravaggio.

«Per caso, l’anno scorso, su un quotidiano ho letto la dichiarazione di un’archeologa di Porto Ercole che diceva di aver visto disseppellire resti in cui era presente un mantello nero con la croce di Malta (onorificenza che l’artista lombardo ottenne nel 1608 grazie all’opera la Decollazione di san Giovanni Battista, ndr). Ho sempre amato il Caravaggio e così è scoccata la scintilla».

E così, nel maggio dello scorso anno, partono le ricerche nel cimitero di San Sebastiano. «Non sapevo nemmeno che nel 2010 si celebrasse il quarto centenario dalla morte. L’ho scoperto solo proseguendo nelle ricerche».

E la mostra al Quirinale? «Non ci sono andato. Ho studiato la sua vita per anni, è un po’ come se lui fosse dentro di me».

E a chi gli chiede a che cosa serva trovare le ossa dei grandi del passato, lo scandianese risponde: «Bisogna impegnarsi per dare una giusta sepoltura agli uomini che hanno fatto la storia. E far sì che tutte le persone che li amano possano rendergli degno omaggio».

Ma non è finita. «Il mio sogno? Leonardo Da Vinci. Da 3-4 anni tutti i grandi gruppi di ricerca ci stanno provando. Vedremo... Lì il mistero è fitto davvero. Ora però mi sto godendo questo risultato. Tutto il mondo oggi (ieri per chi legge, ndr) era a Ravenna».

«E sono contento soprattutto per il riconoscimento che è arrivato a un gruppo di lavoro che oggi è considerato leader nella micro-ricerca a livello mondiale. Siamo finiti perfino sulla prima pagina del Wall Street Journal, in cui si parla dei nostri grandi risultati sulle scienze storiografiche e genetiche».

In realtà sulla pagina del giornale americano, campeggiava un titolo ironico: «Prossimamente su Csi: Rinascimento, chi uccise Caravaggio?»

E si accenna anche a qualche controversia sul fatto che Vinceti non sia uno scienziato o uno storico, ma un uomo della Tv che ha «le chiavi per aprire tutte le porte giuste».

Sarà. Intanto sul risultato appena ottenuto, il politico ammette: «In tutta questa ricerca del Caravaggio non ho guadagnato nulla. Non ho mai dato importanza ai soldi. Certo che se davvero riuscissi a trovare Leonardo da Vinci...