Reggio Emilia, 19 settembre 2012 - Il conto alla rovescia per «ItaliaLovesEmilia» segna -4 giorni. E i tredici big che saliranno sul palco sabato hanno cominciato ieri pomeriggio le prove al Campovolo.
È stato il turno dei Litfiba, alle 15. Dopo di loro, Biagio Antonacci e i Nomadi. Sicuro in scaletta «Il mio nome è mai più», pezzo scritto a sei mani da Lorenzo Jovanotti, Piero Pelù e Luciano Ligabue, tutti presenti alla kermesse.

Per ora nessun’altra anticipazione sulla scaletta: le porte dell’hangar bianco dove gli artisti suonano, restano sigillate. Così come le labbra degli organizzatori. Le indiscrezioni provengono solo dagli stessi «big» che pubblicano foto e frasi sui social network e si danno appuntamento per le prove a Reggio.

Come Jovanotti, che su Twitter chiede a Biagio Antonacci: «Ciao! Sei al Campovolo? Io arrivo venerdì mattina». O ancora ai Negramaro, sempre su Twitter: «Allora ci si vede alle prove venerdì?». Non teme dunque le orde di fan, Jovanotti. Sicuramente però ad aspettare i Negramaro ci saranno almeno due ammiratrici. Sono Fabiana Prota e Annalisa Barbato, 20 e 21 anni, due fan di Giuliano Sangiorgi e compagni, che arrivano da Napoli. Le ragazze sono accampate da lunedì all’entrata del Campovolo.

Nonostante abbiano prenotato una stanza d’albergo passeranno le prossime notti in tenda, per non perdere il posto. Per i passanti che guardano l’accampamento con curiosità hanno scritto un cartello: «Non siamo pazze — e il dubbio c’era... — siamo Negramanti!». Il cartellone verde è piazzato sopra la loro tenda a due posti che sarà la loro casa per i prossimi tre giorni. «La verità è che avevamo paura dei fan di Ligabue — dice Fabiana, tentando di spiegare il gioco d’anticipo — Per il concerto al Campovolo del 2011 le tende erano arrivate 10 giorni prima».

Per Annalisa, 21 anni, assistere a «ItaliaLovesEmilia», ha un significato che va oltre i Negramaro: «Studio architettura a Napoli — spiega — La notte del 20 maggio però ero a Finale Emilia con l’università. Eravamo lì per studiare una chiesa che poi il terremoto ha raso al suolo — continua la giovane — La scossa ci ha svegliati in hotel. Per fortuna nessuno si è fatto male, ma nei giorni successivi, impossibilitati a tornare a Napoli, abbiamo visto tutto il danno che ha causato quella scossa e come le persone hanno reagito e aiutato. Non potevo non essere al concerto di sabato».

Ambra Montari