Reggio Emilia, 16 maggio 2013 -  “I diritti individuali vanno tutelati per tutte le coppie. Ma il matrimonio nel nostro ordinamento è un`unione tra sessi diversi”. Graziano Delrio - ricercatore di Endocrinologia, sindaco di Reggio Emilia e neoministro per gli Affari Regionali e le Autonomie - si racconta sul numero di Vanity Fair in edicola, parlando di famiglia e di diritti.
 

“Vengo da una famiglia molto umile, i miei avevano fatto la terza elementare, per mio padre lo studio era tutto”. Sarà stato uno studente modello. Piaceva anche alle ragazze, dicono. “Le occasioni non mancavano: al liceo ero rappresentante d`istituto. In quel periodo, a 17 anni, ho scoperto la fede, io che venivo da una famiglia comunista e atea. Siccome ho nove figli, mi chiedono se appartengo all`associazionismo. No, solo vita di parrocchia con Annamaria”, che ha sposato a 22 anni: “Una scelta di passione, non di ragione: aspettavamo un bambino”.
 

Gli altri figli, dice Delrio, sono stati “un atto d`amore, ma non pianificato, non ci siamo mai seduti e detti: vogliamo tanti bambini. Siamo semplicemente stati aperti alla possibilità che i figli arrivassero. L’apertura è rimasta anche dopo l’ottavo, nato il nono, abbiamo detto basta. Avevamo sempre potuto contare sull’aiuto dei nonni che però, nell’arco di pochissimo tempo, sono mancati tutti. Senza di loro sarebbe diventato impossibile gestire un altro neonato”.
 

“Ho votato no alla legge” sull’aborto “per motivi di coscienza. Ma non è mio compito metterla in discussione, piuttosto vorrei che venisse applicata anche nell`aspetto della prevenzione. Che si riducesse il numero delle interruzioni di gravidanza investendo sulla contraccezione e sull`educazione delle fasce più esposte, immigrate e adolescenti”, conclude Delrio.