Reggio Emilia, 31 luglio 2011 - Fino a 10 giorni fa, andava in azienda. Come di consuetudine, si aggirava in officina, si intrattenva chiacchierando con i suoi operai, non si perdeva una riunione del cda del quale fa parte, da tempo, anche la figlia Cinzia. Remo Corghi combatteva da tempo con la malattia finché, venerdì notte, alle 4.30, il suo cuore si è fermato. Se n’è andato a 81 anni e con lui scompare una figura storica. Non solo per Correggio: è l’ultimo grande imprenditore della realtà reggiana, emblema di un’azienda di levatura familiare che ha saputo conquistare il mondo.
 

Ufficialmente la Corghi nacque nel ’54 a Correggio. Ma Remo, figlio di uno storico infermiere dell’ospedale San Sebastiano e di una donna che lavorava nei campi, al fianco del fratello Erminio ha creato un impero dal nulla. Era il ’47 quando i fratelli aprirono un negozio di elettronica. Precursori molto ingegnosi, dotati di grande inventiva, sapienza tecnica e spirito imprenditoriale, mossero i primi passi costruendo radio, poi richiami da caccia per gli uccelli. Tant’è che, ancora oggi, lo storico brand è riconoscibile dall’effigie con l’usignolo. Nel ’54 diedero vita alla “Corghi elettromeccanica” che si cimentò anche nella produzione di elettrodomestici, macchine agricole e motorizzazione per le attrezzature tessili. Nel ’60 fu Erminio a brevettare il primo smontagomme a livello mondiale e alla sua prematura scomparsa, nel ’68, con la cognata e i nipoti fu Remo a sedere alla plancia dell’azienda. Ne divenne presidene del consiglio di amministrazione e il marchio si espanse fino a racchiudere altri brand e a confermarsi leader nel settore di attrezzature di servizio alla ruota. Oggi la Corghi è un impero che vanta una rete commerciale e filiali in tutto il mondo: Oltreoceano, nell’Ohio, vicino a Cincinnati, poi a Colonia e in Cina...
 

Chi l’ha conosciuto, ricorda Remo per il carattere gioviale, l’affabilità, un uomo che «aveva sempre la battuta pronta e molto ancorato alla sua Correggio». Nel 2009 aveva dato vita a uno nuovo stabilimento per la carpenteria metallica, e nonostante l’espansione internazionale del marchio, Remo l’aveva voluto creare nella sua ‘culla’. Molto attento alla politica, e assiduo lettore del Carlino sin da quando aveva 20 anni, era partecipe della vita della sua città. Coi dipendenti coltivava un rapporto di massima apertura e collaborazione, amava stare in officina. “Fare impresa con umanità”, era il suo credo. Con Remo se ne va una grande personalità, un’icona della realtà imprenditoriale reggiana.

Corghi lascia la moglie Artemisia Barazzani, la figlia Cinzia, il genero Eugenio, i nipoti Valentina e Gabriele. I funerali partiranno domani, alle 15.30, dalla camera mortuaria dell’ospedale di Correggio e verranno officiati nella Basilica di San Quirino, mentre la tumulazione avverrà nel cimitero urbano. Su espressa richiesta dei congiunti, ai fiori sono preferite donazioni da devolvere all’associazione correggese “Gli Amici del cuore”. Stasera, alle 19.45, a Remo Corghi verrà dedicato il rosario a San Quirino.