Reggio Emilia, 21 febbraio 2012 - Luci forti e a tratti accecanti, scariche ruvide dagli altoparlanti, fragorose esplosioni di chitarre rock. Dimenticate le smancerie, i boa e i vestitini a fiori, scordatevi il film di Elia Kazan con Marlon Brando e Vivien Leigh: nella sua versione di “Un tram che si chiama desiderio” di Tennessee Williams, il regista Antonio Latella ha tolto tutti gli orpelli, lasciando alla ribalta soprattutto la violenza repressa, la follia, l’eros.
 

Fresco di debutto nazionale, lo spettacolo (prodotto da Ert) andrà in scena stasera e domani alle 21 al teatro Asioli di Correggio. Nella New Orleans degli anni ‘40, Blanche Dubois, erede di una famiglia decaduta, arriva nella casa in cui abitano la sorella Stella e il marito Stanley Kowalski, rude immigrato polacco: la sua fame d’amore, l’alcol, le bugie la condurranno alla follia. La rilettura di Latella (su un palcoscenico dove anche il letto, le sedie e il tavolo sono come scheletri che contengono riflettori o altoparlanti) è incentrata proprio su Blanche, come se fosse una lunga seduta psicanalitica durante la quale lei ricorda personaggi, situazioni e sogni.

Come protagonisti, il regista ha scelto Laura Marinoni, attrice di fama, e Vinicio Marchioni, il ‘Freddo’ di “Romanzo criminale”. «Blanche mente in continuazione, eppure forse è un angelo, la persona più sincera della Terra — sottolinea l’attrice —. E’ proprio perché lei non è capace di mentire che viene distrutta». «Fino al debutto non ho voluto rivedere il film con Brando, non volevo esserne influenzato — confida Marchioni — Ci siamo soffermati maggiormente sull’identità del personaggio».