{{IMG_SX}}Rimini, 12 maggio 2008 - Davanti alle indecisioni e alle prese di distanza dei soci privati il sindaco Sergio Cofferati alza il tiro. Se Bologna Fiere e Rimini Fiera troveranno un accordo e andranno a formare un'unica azienda, il Comune di Bologna (che al momento detiene il 10,4 per cento delle azioni ma ha già firmato un accordo per cederne 2,5 per cento alla Regione per il suo ingresso nella compagine del Gruppo) è disposto a investire dai 4 ai 4,5 milioni per un aumento di capitale.

 


Aut aut? Sfiducia nel lavoro dei vertici della fiera e del presidente Luca Cordero di Montezemolo? Il primo cittadino chiarito la sua posizione in una conferenza stampa. "In questi giorni - attacca Cofferati - ho letto valutazioni, ho sentito giudizi e auspici ai quali non fa seguito alcuna proposta. Siamo soci di minoranza, nel nostro piccolo ci sentiamo di avanzare qualche ipotesi concreta di lavoro, in vista dell'assemblea del 23. Il rappresentante del Comune nel consiglio di amministrazione della fiera ha votato venerdì scorso il piano industriale, ma si sa, è opinione largamente condivisa, che si tratta di un piano insufficiente per il futuro. La fiera per Bologna è un'attività importantissima che ha bisogno di una strategia ben definita".

 

Quindi la proposta: "Occorre fissare bene il profilo dell'azienda - spiega Cofferati - a partire dall'ipotesi di fusione con Rimini". Questo come risposta alla "presenza aggressiva della fiera di Milano" e a quella di "Roma che sta arrivando con atteggiamento simile". Davanti a questo scenario "rischiamo di essere presi da una tenaglia: né Bologna né Rimini hanno gli strumenti" per uscirne.

 

Da mesi il board di Bologna Fiere studia ipotesi di collaborazione e di eventuale aggregazione con Rimini. Ma ai ripetuti incontri non è seguito un progetto concreto. Da qui l'accelerazione del Comune. "In tempo brevissimi si deve prospettare una fusione con Rimini. Occorre una sola azienda che abbia massa critica sufficiente" per affrontare le sfide della competizione. "Il Cda ha sostanzialmente derubricato lo studio di fattibilità, non ha ancora deciso. Noi - continua - siamo convinti che sia una priorità, per questo il Comune è pronto a fare un robusto passo nella direzione auspicata, è pronto a reinvestire i proventi della cessione del 2,5 per cento delle quote alla Regione, per una stima di quattro, 4,5 milioni per poter rapidamente attivare quel progetto. Se tutti i soci fossero disponibili ad un aumento di capitale ci sarebbe una robusta risposta".

 

Tutte le altre aziende partecipate - fa notare Sergio Cofferati - da Hera spa all'Atc (azienda dei trasporti), dall'autostazione all'Interporto, vanno bene. Unici 'punti neri' rimangono Aeroporto 'Marconi' (sul quale il sindaco di Bologna ha intenzione di esprimersi nelle prossime settimana) e fiera. "Se qualcuno è convinto che la fusione con Rimini non è possibile - aggiunge il sindaco - dica perché e dice come è possibile accrescere il quartiere, quali sono le alternative. Noi indichiamo le nostre ipotesi, poi il cda e l'assemblea dei soci decideranno". La critica all'attuale management è evidente, anche se non dichiarata apertamente. Cofferati scomoda anche la Bibbia per rispondere alle voci di un possibile 'stop' dei pubblici al secondo mandato di Montezemolo alla guida della fiera: "Come dice l'Ecclesiaste: 'C'è un tempo per ogni cosa. Adesso non è il tempo delle persone, ma delle strategie. Verrà il momento in cui parleremo del presidente, del vicepresidente e dell'amministratore delegato".