{{IMG_SX}}Rimini, 27 maggio 2008 - E’ stata una delle prime persone a intuire il talento di Roberto Saviano. E a capire che Gomorra non solo sarebbe diventato un vero e proprio best seller, ma che poteva diventare ‘materia’ per un ottimo film. "Ma nemmeno noi immaginavamo che Gomorra sarebbe riuscito a riscuotere un simile successo al Festival di Cannes".

 

Invece il film, prodotto dalla Fandango e diretto da Matteo Garrone, è riuscito ad aggiudicarsi niente meno che il Gran prix della giuria. E diestro il successo di Gomorra c’è tutto il talento e il ‘fiuto’ della riminese Laura Paolucci. Quarant’anni, un figlio un arrivo, una vita in continuo movimento tra Rimini e Roma, dove lavora da 12 anni per la casa cinematografica Fandango, Laura ha conosciuto Saviano nel 2006, al festival del libro di Torino.

 

"Ho iniziato a sfogliare Gomorra il giorno stesso in cui è stato presentato nelle librerie, e ho trovato subito che fosse un’opera che poteva essere trasposta al cinema, e diventare un buon film... Così ne ho parlato a Domenico Procacci (il fondatore della Fandango), e gli ho proposto di acquistare subito i diritti del libro. Lui l’ha letto un po’ e ha subito ottenuto l’opzione per l’opera, prima ancora che si trasformasse in un caso editoriale".

 

La Paolucci, che ha incontrato più volte Saviano, ha saputo del premio di Cannes "da internet. Ero andata al festival di Cannes, la settimana scorsa, poi però per scaramanzia ero tornata a Roma con quasi tutti gli altri ragazzi della Fandango. Così abbiamo guardato in diretta su internet la cerimonia di premiazione, ed è stata emozionante. Perché a Cannes davvero non so sai se riceverai il premio, fino a quando non vengono annunciati i vincitori".

 

Con Gomorra diventa sempre più straordinario il 2008 della Paolucci, che si era già tolte parecche soddisfazioni firmando la sceneggiatura di Caos calmo. "E’ stata un’esperienza fantastica lavorare con Nanni Moretti, scrivere con lui (e Francesco Piccolo) il copione del film. Tutti noi conoscevamo bene il libro di Sandro Veronesi, che è stato tra l’altro anche il mio insegnante alla scuola Holden di Torino.Penso che, alla fine, siamo riusciti a trasporre molto bene nel film tutta la storia di Caos calmo, smontando e rimontando ‘pezzi’ e dialoghi del romanzo".

 

In fondo da anni il compito della Paolucci alla Fandango è proprio questo: "Capire quali sono le potenzialità di un romanzo, di una storia, lavorare sulla sceneggiatura. E poi, una volta sul set, aiutare il regista in tutte le sue esigenze artistiche". Ma adesso Laura pensa soltanto al ‘suo’ film: è al nono mese di gravidanza, "l’estate la passerò tutta a Rimini, con mio figlio".