Mostra Revolutions a Rimini, ecco le opere che raccontano la caduta del Muro

Dal 6 luglio a Castel Sismondo, andrà avanti fino al 25 agosto

Mostra Revolutions a Rimini

Mostra Revolutions a Rimini

Rimini, 4 giugno 2019 - Il manifesto della mostra (e poteva essere altrimenti?) è l’immagine di un ragazzo in jeans che prende il Muro di Berlino a picconate. Ma una delle scene che ispirò all’epoca tanti artisti, in quel fatidico 1989, fu la protesta degli studenti e degli operai cinesi i in piazza Tieanmen a Pechino, soffocata nel sangue. Dal 1989 al 1991 tanti fatti hanno cambiato, per sempre, la nostra società come la conoscevamo fino ad allora. Sono stati quelli anni di rivoluzioni profonde, i cui effetti si fanno sentire ancora oggi. Anni di promesse, mancate e mantenute, di speranze e illusioni. Un periodo unico che proverà a raccontare, attraverso la pittura e non solo, la straordinaria mostra Revolutions, che debutterà il 6 luglio a Castel Sismondo e andrà avanti poi fino al 25 agosto.

Curata da Luca Beatrice, studioso e critico d’arte, nonché uno dei ‘saggi’ chiamati a far parte del comitato scientifico per il nuovo museo Fellini (sarà realizzato proprio a Castel Sismondo) Revolutions 1989-2019 racconterà come la caduta del Muro, la rivolta di piazza Tienanmen, la fine della guerra fredda e la prima guerra nel Golfo influenzarono l’arte contemporanea di quegli anni.

Oltre sessanta le opere che saranno esposte alla Rocca malatestiana. Sono opere di alcuni dei più conosciuti e apprezzati artisti italiani, per la maggior parte nati negli anni ’50 e ’60, e che ben documentano la vitalità e l’energia della scena artistica di quel periodo, passando (solo per citare un paio di esempi) dalle mostre di Renato Barilli all’esperienza del Museo Pecci di Prato.

Con Revolutions si racconta una generazione che, rispetto alla pittura degli anni ’80, utilizzò linguaggi diversi e complementari, guardò con interesse alle nuove tecnologie (la rete di internet come la conosciamo oggi nacque nel 1991), approfondì il pensiero debole, ritagliandosi spazi più intimi, privati. E’ una mostra che vuole fare la storia, in tutti i sensi. Anche quella di Rimini e dell’intera Riviera romagnola, che nel 1989 conobbe una delle sue stagioni più difficili: la comparsa della mucillagine in mare, che la costrinse a ripensare il suo modello di turismo. Non a caso il tema della rivoluzione, o meglio delle rivoluzioni di quegli anni, sarà anche il filo conduttore di questa edizione della Notte rosa, che si chiama proprio Pink R-evolution. E la mostra a Castel Sismondo sarà inaugurata volutamente durante il lungo weekend della Notte rosa (che quest’anno avrà la sua serata clou il 5 luglio).

Tantissimi gli artisti in mostra a Revolutions. Impossibile citarli tutti, ma qualche nome vale la pena farlo. A Rimini si potranno vedere, tra gli altri, opere di Maurizio Cattelan, Maurizio Cannavacciuolo, Monica Carocci, Gennaro Castellano, Mario Dellavedova, Pablo Echaurren, Igort, Massimo Kaufmann, Thorsten Kirchhoff, Corrado Levi, Eva Marisaldi, e ancora di Occhio Magico, Alessandro Pessoli, Marco Petrus, Luca Pignatelli, Alfredo Pirri, Premiata Ditta Sas, Vedovamazzei, Velasco e molti altri ancora.

Alcuni di loro hanno già collaborato con Rimini in un passato anche recente, come Cattelan ed Echaurren, entrambi autori dei manifesti balneari della città. Altri, dopo la grande mostra a Castel Sismondo, saranno presenti con alcune opere nel nuovo museo permanente di arte contemporanea che il Comune di Rimini sta realizzando, grazie alla collaborazione di San Patrignano. La fondazione della comunità ha infatti deciso di donare a Rimini (in comodato gratuito) la sua collezione di capolavori dell’arte contemporanea. In attesa del museo, Rimini si prepara a fare la ‘rivoluzione’ con i protagonisti dell’arte contemporanea.