Rimini Beach Arena 2019 20 luglio, Gabry Ponte apre il festival

Con Capoplaza e Dark Polo Gang apre il grande festival sulla spiaggia di Miramare. "Non solo musica. sarà grande un'esperienza da vivere"

Gabry Ponte inaugura il Rimini Beach Arena 2019

Gabry Ponte inaugura il Rimini Beach Arena 2019

Rimini, 19 luglio 2019 - La discoteca italiana è qui, in riva al mare. Da sabato 20 luglio sulla spiaggia dell’ex colonia Bolognese apre la Rimini beach arena, a Mimare. Un festival, quello organizzato da Enrico Galli della storica discoteca Altromondo, che porterà in scena per un mese alcuni dei cantanti e deejay più amati dai giovani: da Anastasio a Steve Aoki, da Don Diablo a Gigi D’Agostino, da Achille Lauro ad Afrojack, solo per citarne alcuni. Ad aprire il festival domani sera saranno invece la Dark Polo gang (il collettivo trap nato a Roma nel 2014), il rapper Capoplaza e soprattutto il re della dance italiana, il deejay, cantante e produttore Gabry Ponte. Il titolo del suo show di domani sera dice già tutto. La discoteca italiana è un viaggio nella musica del Belpaese a ritmo dance.

Ci anticipa qualcosa del nuovo format? «Non è un semplice deejayset – tiene a sottolineare Gabry Ponte – Ci siamo ispirati al Cirque du Soleil e a film come The Greatest Showman per offrire al pubblico non solo un concerto di musica dance, ma un grande esperienza da vivere (con cantanti e anche ballerini in scena, ndr). Le canzoni saranno al cento per cento italiane: passiamo dallo stesso Capoplaza ad Al Bano e Romina, fino agli 883. E non mancheranno pezzi come Blue o Geordie (i brani che hanno lanciato Gabry Ponte ai tempi in cui faceva parte degli Eiffel 65, ndr

Vent’anni fa il grande esordio con gli Eiffel 65. Lei continua a sfornare successi e ad avere tanti giovani e giovanissimi fan: come ci riesce? «Credo che l’unico segreto sia continuare a fare musica per divertirmi, senza cercare di inseguire la formula dei successi del passato (che non funzionerebbe più oggi...), collaborando con artisti più giovani e musicalmente anche molto diversi, sia tra loro che rispetto a me. Questo rende più facile raggiungere un pubblico più trasversale, fatto anche di giovanissimi».

Ma il tormentone dell’estate esiste ancora? Se dovesse scegliere, qual è la sua colonna sonora per questa stagione? «Il tormentone esiste eccome. Quest’anno sto senteno nelle radio tanti pezzi belli, ma se devo dirla tutta non ce n’è uno che stacca tutti gli altri. Per quanto mi riguarda, cerco di ascoltare sempre la musica che ancora non ha avuto successo, e utilizzo molto piattaforme come Spotify per scoprire nuovi artisti e tendenze».

Le discoteche italiane non se la passano molto bene. Molte hanno chiuso. L’ultima, in ordine di tempo, è stata il Cocoricò. Come risollevare il mondo della notte? «Non sono d’accordo. Il mondo della notte è in gran forma, come lo è la musica dance, diventata sempre più trasversale. La differenza col passato è che oggi non è più ascoltata solo da chi frequenta i locali, ma da un pubblico molto più ampio. Negli ultimi anni sono diventati sempre più frequenti i festival e i concerti, dove si balla e si ascolta la dance fuori dai club: nelle piazze, negli stadi, nei palazzetti, nei parchi acquatici, in spiaggia… Diciamo che le discoteche sono tornate a essere il luogo dove si ascolta musica più underground».