Rimini, 10 luglio 2010 - Travolta e uccisa da un furgone pirata, mentre pedalava sulla sua bicicletta. Maria David, 78 anni, riminese, è rimasta uccisa sul colpo, a pochi metri da sua figlia. Poche ore dopo, il ‘pirata’, una macedone, di 35 anni, domiciliata a Rimini, si è presentata in questura per costutuirsi. Non aveva alternative, dal momento che il furgone che guidava era già stato trovato dai vigili urbani del Nucleo ambientale nei pressi della sua abitazione. Quando ha capito che non aveva scampo, ha deciso di costituirsi.

 

La tragedia si è consumata verso le 19,45 di giovedì, in via Jano Planco, all’altezza dell’incrocio con la via Di Mezzo. Dai primi accertamenti svolti dalla Polizia municipale, la donna stava percorrendo via Jano Planco sulla corsia di destra, in direzione di via Caduti di Marzabotto.

 

Era in sella alla sua bicicletta elettrica e pochi metri più avanti c’era la figlia, anche lei in sella a una bici. Questa ha sentito uno schianto terribile, e quando si è girata ha visto sua madre a terra, in un lago di sangue. A investirla e schiacciarla, era stato un furgone, ma invece di fermarsi a prestare soccorso, il conducente aveva continuato la sua corsa, senza nemmeno girarsi indietro, indifferente a quello che aveva fatto.

 

L’ambulanza del 118 è arrivata in pochissimi minuti, ma gli operatori si sono subito resi conto che per l’anziana signora non c’era più nulla da fare, era rimasta uccisa sul colpo. E sotto gli occhi della figlia disperata che assisteva impotente alla morte di sua madre, non hanno potuto fare altro che stendere l’ennesimo lenzuolo bianco sull’asfalto.

 

Ma alla tragedia c’erano però dei testimoni. Uno in particolare, un passante che avendo assistito quasi all’intera sequenza dell’investimento, aveva avuto la prontezza di spirito di memorizzare per intero il numero di targa del furgone. Non solo, ma più di una persona aveva notato che all’interno c’erano tre donne che dall’aspetto sembravano nomadi, e una di queste era al volante. Con queste tracce, un minuto dopo sono cominciate le ricerche a tappeto da parte delle forze dell’ordine, mentre il terminale rivelava che quel furgone era intestato a uno slavo residente a Trento.

 

La Polizia municipale ha battuto per ore tutte le strade, fino a quando, poco prima delle 22, gli agenti del Nucleo ambientale l’hanno trovato. Era parcheggiato in via Villagrande, ai Padulli, una zona dove spesso i nomadi ‘appoggiano’ le loro macchine. Gli agenti non sapevano però che il ‘pirata’ abitava proprio di fronte e quando lei li ha visti aggirarsi intorno al furgone, ha capito subito che era stata scoperta, ed è andata di corsa in questura a costituirsi.La dinamica esatta dell’incidente, stanno ancora lavorando i vigili urbani. Non è ancora chiaro quale sia stata la manovra esatta del furgone, dal momento che lì c’è un semaforo che regola l’incrocio. Intanto però la macedone è stata denunciata per omicidio colposo, omissione di soccorso e fuga.

 

E’ la seconda tragedia in meno di una settimana. L’ultima vittima, sabato scorso in via Chiabrera, era stata un’altra riminese, di 35 anni, mamma di due bambini, anche lei investita e uccisa mentre andava in bicicletta, da una grossa moto.