Rimini, 18 settembre 2010. Stefano Anelli avrebbe ucciso la nipote Monica, avvocato di 40 anni, per futili motivi di convivenza, e non per la spartizione di una importante eredità. In base alle prime indagini della Squadra Mobile della Polizia, sembra questo sarebbe il movente del delitto di via XXIII settembre.

Stefano Anelli è stato trovato morto ieri sera nella sua auto: si è ucciso con una freccia di balestra, come ha ucciso la nipote. Sembra che l'uomo avesse maturato una sorta di 'ossessione' nei confronti della nipote e del compagno che dall'inizio dell'anno erano andati a vivere nella stessa palazzina. Si appuntava scrupolosamente i movimenti della nipote e del compagno.

Insomma, tutto sarebbe nato per una sorta di insofferenza di vicinato, che era degenerata fino al punto di arrivare a uccidere. Non aveva gradito che la nipote andasse a convivere con il compagno nella casa di famiglia.

 In casa di Anelli sono state trovate anche alcune lettere di apprezzamento ai coniugi Olindo e Rosa Romano, in carcere per la strage di Erba. Vengono definiti vittime del sistema giudiziario.

Pare che l'uomo avesse intenzione di mettere in scena un’esplosione, poi sventata. Infatti in casa erano stati lasciati aperti i tubi del gas

Stefano Anelli, ingegnere, era considerato un tipo strano dai vicini. Dicono che avesse manie di persecuzione e che si fosse chiuso al mondo, nonostante convivesse con una moldava, dove due relazioni con un'americana e una rumena.

Quasi certamente il delitto è stato premeditato: l'uomo prendeva nota di tutte le mosse della nipote, dei suoi orari di entrata e uscita di casa. E poi ha infierito sulla giovane avvocatessa, colpendola più volte con forbici da giardino alla testa, al torace e alla schiena. Solo all'ultimo l'ha finita con la balestra.

L'ingegnere ha agito con freddezza e aveva anche pensato all'eventualità che il piano fallisse: sull'auto aveva 16mila euro in contanti, per un'eventuale fuga. E aveva costruito lui anche il fucile rudimentale, con un solo colpo di freccia in canna, con cui si è ucciso sull'auto, in una strada di campagna, non lontano dal carcere dei Casetti. Forse ha ascoltato alla radio le notizie che lo riguardavano e ha preso la decisione di togliersi la vita.