Rimini, 9 novembre 2010 - In piazza Pascoli si sente già profumo di indipendenza. "Ma il palazzo municipale dove lo costruiremo? E chi candidiamo come sindaco?".

Viserba ci crede. Non solo chi ha firmato per andare al referendum. Sono tanti, i viserbesi, a pensare che il quartiere più popoloso di Rimini meriti di diventare un comune autonomo. "Siamo diventati l’ultima ruota del carro… Rimini non ci considera più, e allora tanto vale staccarci. I numeri li abbiamo", è convinto Rino Turchini, uno dei 350 firmatari. "Cos’ha fatto Rimini per noi in questi anni? Nulla, hanno solo permesso di costruire case su case. Ma le strade sono sempre le stesse, non ci sono parcheggi, non ci sono servizi. Molto meglio diventare autonomi", incalza Omar Saponi.

Anche Davide Baietta è tra quelli che ha firmato per Viserba comune autonomo. “Siamo diventati la zona depressa di Rimini. I negozi chiudono, non ci sono più attività, divertimenti, e l’amministrazione non ha investito un soldo. Nulla di nulla. Hanno solo fatto costruire”. Anche Maria Zanzari, una vita intera trascorsa nella sua edicola in piazza Pascoli, non ha dubbi. “Una volta Viserba era un gioiellino, ce l’hanno rovinata. Adesso qui è un disastro. C’è un degrado pazzesco, e io lo posso ben dire, visto che ho passato più di 50 anni a lavorare qui in piazza Pascoli. Magari, se diventassimo comune, le cose potrebbero finalmente cambiare…”.

Qualche dubbio ce l’ha invece il nipote Enrico Doghieri (è lui che gestisce l’edicola da alcuni anni): “La situazione qui è precipitata, ma non so se l’indipendenza sia la salvezza di Viserba. I comuni hanno sempre meno soldi. E poi ci sarebbero spese da affrontare non indifferenti: tra il sindaco, la giunta, il consiglio comunale, i dipendenti, avremmo molti costi da sostenere”. E scettico sull’autonomia della frazione è anche Gabriele Bivona, ex vigile urbano in pensione. “Questa storia dell’indipendenza mi sembra una trovata così, fatta apposta da qualcuno per avere un po’ di visibilità. Siamo sicuri che le cose cambino qui a Viserba, se ci si stacca da Rimini per diventare comune?”.

Per Ivano Merci e Gianluca Tentoni l’autonomia potrebbe essere “una soluzione ai tanti problemi che abbiamo a Viserba”, così come per Omar Spezi. “Certo - aggiunge Spezi - bisognerà vedere poi cosa succede se si va avanti, cosa comporta diventare Comune. Però può essere la strada giusta: Viserba è cambiata molto in questi anni, è cresciuta, sono arrivati tanti nuovi residenti”. “Ma a me - sottolinea Guido Tamburini - mi pare esagerato ora chiedere addirittura il distacco da Rimini. Sicuramente la crescita della popolazione e la mancaza di servizi sono temi da affrontare, ma non so se questa sia la risposta giusta”. Anche secondo Riccardo Sanzone “non è così che si risolvono i problemi”.

Ma a Viserba adesso ci credono davvero. Del comitato promotore per il “nuovo Comune di Viserba” fanno parte insieme a Eugenio Giulianelli (già candidato sindaco nel 2006 a Rimini, nelle fila dei Federalisti democratici) anche diversi esponenti del Pd, come l’ex segretario di circolo Paolo Morolli, e alcuni cittadini di Torre Pedrera che si sono battuti per l’annessione a Santarcangelo. Un comitato trasversale, lontano dagli schemi dei partiti, e che è riuscito a trovare subito un’altissima adesione tra i residenti. Tant’è vero che oltre 350 firme depositate in Regione per avviare la procedura per il referendum sono state raccolte in un paio di giorni.