Rimini, 17 novembre 2010 - Non è stata un’amputazione chirurgica, ma sul resto è ancora buio fitto. Ieri pomeriggio, il professor Adriano Tagliabracci, il perito di Ancona nominato dal pubblico ministero, è stato accompagnato dalla Polizia all’obitorio del cimitero di Rimini, dove si trova la gamba rinvenuta sabato sera in un fossato di San Martino Monte l’Abate.

Tagliabracci ha scattato molte foto, ha fatto prelievi e si è portato via una parte del femore, ma non ha dato quasi nessuna anticipazione. L’unica cosa che si è sentito di escludere è che l’arto sia stato tagliato chirurgicamente. Nessun bisturi, quindi, ma probabilmente un trauma. Ma è sulla natura del trauma che non si è sbilanciato per niente, per farlo serviranno esami più approfonditi. Il perito ha confermato anche che la gamba doveva trovarsi lì da poco più di un mese. Per il resto bisognerà aspettare i 60 giorni che si è preso per effettuare tutti gli esami necessari. I quesiti posti dal pubblico ministero riguardano naturalmente il sesso, la razza, il profilo genetico e l’altezza della persona a cui apparteneva la gamba.

Intanto gli investigatori della Mobile stanno continuando a inviare segnalazioni ai colleghi di mezza Italia, per cercare si scoprire se ci siano persone scomparse ‘compatibili’ con il macabro ritrovamento. Esclusi ormai anche incidenti stradali che possono essere avvenuti in quel tratto, un’ipotesi che gli inquirenti avevano preso in considerazione pur non credendoci molto. L’ipotesi più accreditata, resta ancora quella dell’omicidio. Ma cercare un assassino senza avere nemmeno l’identità della vittima, appare davvero impossibile. L’unica speranza è quindi affidata al perito, l’unico che potrebbe trovare l’indizio necessario ad aprire una ‘pista’.