Rimini, 19 gennaio 2011 - Il suo telefono squilla in continuazione. La chiamato tutti. I giornalisti, che vorrebbero sapere da lei esattamente che cos’ha visto, quella sera del 19 settembre, a villa San Martino. Gli amici, che stentano a credere ma intanto vogliono i dettagli... Si sente sott’assedio Melania Tumini, la 25enne riminese ex compagna di liceo di Nicole Minetti, una delle testimoni chiavi nell’inchiesta su Berlusconi e le sue feste ad Arcore.
Da quando il suo nome è venuto fuori, con la pubblicazione delle intercettazioni, in cui Melania racconta disgustata a un’amica della serata a Milano con il premier, nei suoi confronti si è scatenata un’autentica caccia. Ma la ragazza non vuole parlare. "Prima o poi dirò la mia versione, ora no. Non sarebbe giusto. E poi non capisco tutta questa attenzione verso di me".
E’ stanca, Melania. Provata da questa vicenda che sta mettendo a repentaglio la sua serenità "e quella dei miei familiari". "Ho letto in questi giorni tante cose non vere sul mio conto, né su quel che avrei visto... Non ci sto", aggiunge la ragazza. Ieri pomeriggio all’Ansa la Tumini avrebbe dichiarato anche che "non intendo prendere posizione in questa fase, per il rispetto del lavoro che i magistrati stanno svolgendo. Aspetto anche di vedere come si porrà Berlusconi. Io ho solo partecipato a una cena, non sapevo neanche fosse una festa". Parole che però la ragazza, solo due ore dopo, ha smentito, sostenendo di aver solo detto: "Non intendo fare dichiarazioni. Lo farò nelle sedi opportune".
Dei fatti accaduti ad Arcore, insomma, la Tumini non vuole dire nulla. La giovane sta meditando però di dare, nei prossimi giorni, la sua versione dell’episodio e anche dei rapporti con Nicole Minetti. Lei, come le altre amiche della consigliera regionale Pdl, fanno capire che con la Minetti i rapporti erano piuttosto freddi già da un paio d’anni. Ci si vedeva ogni tanto, qualche sms, gli auguri per le feste, ma poco più. E quella serata ad Arcore, per Melania (che ha una laurea in giurisprudenza, e ora studia economia) è stata un caso. "Io non ho fatto nulla di male... Sono andata a una cena, non sapevo fosse una festa. Ora mi sento assediata". Braccata da giornalisti e curiosi. Qualcun altro, al suo posto, avrebbe approfittato della situazione. "Ma io non voglio trarre nessun vantaggio. A me interessa solo che venga fuori la verità".
Ieri intanto sono emerse altre intercettazioni delle telefonate tra le amiche riminesi, tra cui quella fatta al padre: "A certi livelli puoi anche prenderti una al top e far certe robe, anche con 5 alla volta, ma in una stanza, non davanti a una che non conosci. Nessuno mi ha chiesto documenti".
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