Rimini, 5 febbraio 2011 - E’ in sintesi quel che chiedono - anzi pretendono - a gran voce i riminesi. Pensionati, uomini adulti, mamme in promenade sul molo con la carrozzina. Ad essi abbiamo chiesto un parere sul progetto (illustrato sul ‘Carlino’ di ieri) del Comune di vietare la passeggiata sulla palata, a piedi o in bicicletta.
"Vengo qui da 50 anni quasi tutti le mattine, estate e inverno - attacca Elio Catrani -. La palata è un punto fermo. Una volta andavo alla Barafonda. Perché vietarla? Mandino piuttosto via i camion, a Ravenna".
"Un’idea ridicola — sbotta Otello Presepi, pensionato —. Invece di togliere i camion, fanno sloggiare la gente. Vengo dal ‘73 qui ogni giorno, se non piove, e ci porto il mio nipotino".

Certo osservare il transito dei camion pieni di massi, e i cavi d’acciaio dei pescherecci e furgoni di servizio che si muovono sul selciato, in mezzo a bici e carrozzine, mette un po’ paura... "Io vengo a camminare sul molo, è un piacere — fa eco Libero De Santis, di origini campane —. Se proprio devono chiudere, chiudano la parte più pericolosa, dove il molo si stringe, verso mare». "Abitiamo a Milano, ma siamo riminesi di origine — dicono i coniugi Mauro Babbi e Vittoria Astolfi, col nipotino —. Quando arriviamo, la prima cosa è far due passi in cima al porto".

E l’idea ‘alternativa’, prevista nel progetto comunale da 1,180 milioni, di realizzare una passerella sugli scogli, lato sud, in legno e ferro?  "Non è la stessa cosa, sembrerebbe di essere turisti, come quando si passeggia sul muretto della darsena», osserva Alberico Crescentoni. Che sentenzia: "La passeggiata si fa sulla palata, o niente". "Ma non ci stiamo neanche, tutti quanti, sulla passerella — dice Ilenia Mancini —. Sabato e domenica qui camminano centinaia di persone. Dove li metti? A sgomitare tipo Ikea?". "No, no, no, non è possibile — bofonchia Laura Casadei, quasi choccata nell’apprendere del progetto comunale —. Qui c’è la riminesità. Questa è la nostra piazza del mare. Non ci posso credere". "Questo spiazzo, questa passeggiata per me e per tutti i riminesi è un fatto storico consolidato, di identità — commenta Gianni Montanari —. Ma è anche un valore per chi viene in vacanza a Rimini d’estate e d’inverno. E’ quello che abbiamo. Gli autocarri possono andare altrove, noi no. Io non ci sto, lo scriva!"

"Se ce la vietano siamo... rovinati — afferma Carmelo Filetti —. Non possono chiudere la palata. Al pomeriggio, quando c’è il sole, è strapieno di gente".  "Io sono figlio di marinai e vengo a passeggiare qui dal 1951 — continua Giuseppe Montanari, generale dell’esercito in pensione, mentre cammina sul molo con la moglie, Teonia Donnini —. E’ vero che il nostro porto è per la pesca e altre attività, e che queste devono avere la prevalenza. Ma non ne si può precludere l’accesso e l’utilizzo anche ai cittadini, per migliaia dei quali è da sempre un punto di ritrovo e di socialità". E poi, diciamocelo, vogliamo mettere il mare ammirato dalla punta del molo rispetto a... tutto il resto?