Rimini, 4 marzo 2011 - "Non siamo ancora in condizione di poter parlare della data dell’apertura e non entro nelle questioni tecniche. Ma dico che siamo vicini, molto vicini. Inaugureremo prima, e a costi diversi, di altre iniziative simili in campo nazionale. Ad esempio Milano, perchè Roma aprirà nel 2013".

Lorenzo Cagnoni, presidente del gruppo Rimini Fiera, torna a parlare oggi del nuovo palazzo dei congressi riminese, bloccato da mesi da un’indagine giudiziaria dopo alcuni rilievi sul fronte staticità e sicurezza. Commentando i nuovi dati dell’osservatorio su turismo congressuale locale promosso da Convention Bureau, Cagnoni dice ancora di non voler fare "pronostici" ma è certo di poter aprire il Palas riminese prima di quello di Milano, che dovrebbe inaugurare il 20 maggio.

Dunque, le previsioni che annunciavano un palacongressi chiuso per buona parte della primavera paiono confermate. "Ogni settimana che passa è di sempre più difficile sopportazione: aspettiamo questo ultimo, penultimo periodo che ci separa dall’apertura, ormai il palazzo è diventato accecante a forza di lucidarlo", osserva il numero uno.

Intanto, si contano i danni della mancata apertura in settembre (l’inaugurazione era stata annunciata in diverse occasioni anche prima). "Un danno c’è stato e sono il primo a dispiacersene, faremo un elenco degli elementi. Delle questioni contrattuali e dei contenziosi con le imprese - sottolinea il presidente della Fiera e della società Palazzo dei congressi - non parlo pubblicamente, avviseremo chi di dovere".

Chi fa già due conti è il professor Attilio Gardini del polo riminese dell’Alma Mater, responsabile dell’osservatorio presentato oggi. Rispetto all’apertura sfumata alla fine dell’estate, si e’ perso il 2,89% delle presenze congressuali con un vuoto di 11-12 milioni di euro: 2,3 milioni in capo al fatturato del Palas stesso, il resto di mancati introiti per gli operatori alberghieri.

"Nel 2010 i risultati del congressuale avrebbero potuto essere migliori se non ci fossero state le turbolenze che hanno ritardato l’apertura del pala congressi di Rimini", certifica Gardini nella sua analisi. "Pensavo che il danno sarebbe stato superiore, comunque sono solo stime indicative", taglia corto Cagnoni in conferenza stampa. L’occasione è buona per stilare quanto è costato il nuovo palacongressi sul fronte della promozione e commercializzazione: 117 mila euro nel 2005, 326 mila euro nel 2006, 435 mila euro nel 2007, 480 mila euro nel 2008, 330 mila euro nel 2009. "Ce ne facciamo carico noi, altrove si ricorre alle risorse pubbliche con la p maiuscola", rivendica Cagnoni.

Il presidente di Convention Bureau (controllata al 72% dal gruppo Rimini Fiera), Mauro Ioli, sostiene che se ultimamente i bilanci del gruppo dei congressi sono stati negativi (meno 100 mila euro o meno 50 mila euro) è perchè "gli utili li reinvestiamo nell’attività promozionale di tutta la provincia e, dal 2005, del nuovo palazzo dei congressi".

Il direttore di Convention Bureau, Stefania Agostini, ribadisce che "siamo un’azienda sana in un mercato nazionale sfavorevole". Posizioni che Cagnoni, nel metodo, apprezza fino a un certo punto: "Non abbiamo alcun bisogno di giustificarci, è stata fatta una giusta politica di investimenti".