Rimini, 5 maggio 2011 - CENTO riccionesi domenica renderanno omaggio a Giovanni Ceccarini (1823-1888) e alla moglie Maria Boorman (1840-1903), alla quale è dedicato il viale più celebre della Riviera. Il loro monumento funebre, nel cimitero acattolico del Testaccio a Roma, dopo anni di incuria è stato restaurato a spese del Rotary. «La tomba negli anni era ridotta in condizioni pietose — racconta Riccardo Angelini, il presidente del Rotary che ha voluto fortemente l’intervento — Allora abbiamo deciso di riportarla agli antichi splendori e ridare dignità a quel luogo che custodisce le spoglie dei Ceccarini».

OLTRE che a Mussolini, Riccione deve la sua fama alla miliardaria americana che, dopo la morte del marito, fece costruire il giardino d’infanzia e l’ospedale, acquistò poderi e case coloniche. Nell’inverno del 1894 contribuì a offrire pasti ai poveri che non potevano contare neppure sulla pesca. Anticipò 24mila lire al Comune di Rimini (Riccione allora era solo una frazione) per costruire il porto e, in seguito, fece completare l’opera, costruendo a sue spese una nuova strada d’accesso. A Maria Ceccarini, protestante ma dalla visione ecumenica, il ministero della Pubblica istruzione conferì una medaglia d’oro, mentre Rimini le offrì la cittadinanza onoraria. I due benefattori furono sepolti nel cimitero acattolico di Roma, dove tra l’altro si trovano le tombe di illustri personaggi, come i poeti inglesi John Keats e Percy Shelley, Antonio Gramsci, il fisico nucleare Bruno Pontecorvo, lo scrittore Carlo Emilio Gadda e del filosofo Antonio Labriola. Sarà un piacere ammirare il busto di Giovanni Ceccarini che con il restauro ha riacquistato luce. Dal basamento sono riaffiorati anche i nomi dell’architetto Luigi Pazzani e di D.Venturi & figli, che l’hanno realizzato nel 1890 a Bologna, due anni dopo la morte di Giovanni, tumulato in un primo momento nel capoluogo emiliano e, nel 1907 traslato a Roma.

IL TERRENO del cimitero fu acquistato da Giuseppe Moretti, marito di Ersilia Tonsini, figlia adottiva dei Ceccarini. Il restauro e il 150esimo anniversario dell’Unità d’Italia sono stati un buon motivo per riportare in auge il profilo di Giovanni Ceccarini. Il suo spirito patriottico e l’abnegazione sono stati tali da indurre Giuseppe Garibaldi a inserire il suo nome, accanto a quello delle 1089 camicie rosse dell’eroica spedizione.